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Borghi abbandonati |
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La pietra dei muri torna alla montagnaSperone (L'Aquila). Nel 1868 contava una popolazione di 220 individui. Un solo insegnante raggiungeva il paese a piedi nella bella stagione, mentre restava lì a dormire durante l'inverno. Il parroco invece saliva ogni domenica per celebrare messa o in occasione di matrimoni, battesimi e quant'altro. Nell'anno 1964 l'amministrazione comunale di Gioia dei Marsi dette inizio al trasferimento della popolazione del paese.Comprami, io sono in venditaSan Basile (Cosenza). Una delle case in vendita a San Basile piccolo centro del cosentino. Combattere lo spopolamento dovuto all'emigrazione mettendo in vendita le case disabitate: questa l'idea lanciata all'amministrazione comunale del complesso montuoso del Pollino, che ha realizzato un sito, "www.unacasaasanbasile.com" per mettere in contatto i possibili acquirenti con i proprietari degli stabili.
Da Borgo fantasma a centro musealeCelleno Vecchio (Viterbo). Suggestivo borgo della Tuscia altolaziale, versa da anni in stato di abbandono. Un processo di restauro dovrebbe inserire all'interno del borgo antico attività che si possano integrare con le iniziative culturali della provincia di Viterbo.
Un cuore giovane tra vecchi sassiRomagnano al Monte (Salerno). Arroccato su un vertiginoso picco collinare a 650 metri dal livello del mare, tra Campania e Basilicata, riporta un'evoluzione demografica in caduta libera. Sulle pagine online dedicate al paese si legge: «la creazione di questo sito è dettata dal desiderio di farvi conoscere il più piccolo paese della provincia di Salerno sorto centinaia di anni fa, che nel cuore è ancora molto giovane e non ha nessuna voglia di scomparire.
Una pastore e una troupe ogni tantoCraco (Matera). Antonio Duca è rimasto l'unico abitante in un paese fantasma. Trentanove anni, sposato, tre figli e 400 capre vive a Craco, un paese in provincia di Matera. Lì ha impiantato il suo ovile tra le vecchie case abbandonate. Il centro storico, negli anni sessanta, ha conosciuto un'evacuazione che lo ha reso una vera e propria città fantasma. È stato proprio questo fenomeno a rendere particolare l'abitato di Craco, che per tale caratteristica è stato scelto come set cinematografico di vari film. Tra questi, Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi e La passione di Cristo di Mel Gibson.
Lo shopping village fantasmaConsonno (Lecco). Al posto dell'antico paese, raso al suolo, fu costruito, negli anni '60 quello che doveva essere un grande centro commerciale e di divertimento. Furono eretti edifici commerciali e di intrattenimento nelle più svariate forme architettoniche. Cadde nell'oblio e nell'abbandono ancor prima di essere completato e rimase solo una grande speculazione edilizia.
Archeologia industrialeIngurtosu (Medio Campidano). Oggi è un villaggio semidiroccato e quasi deserto ma in passato, quando fu abitato fino alla fine degli anni sessanta, era arrivato a ospitare quasi cinquemila persone, fungendo da centro direzionale della miniera di Ingurtosu e di quella vicina di Gennamari, che facevano parte entrambi del complesso minerario chiamato filone di Montevecchio, dal quale si estraevano piombo, zinco e argento.
Isolato tra le montagne, a 100 km da MilanoCodera (Sondrio). Vi si accede solo a piedi, ma residenti possono eccezionalmente usufruire di un servizio di elicotteri che atterrano in una frazione vicina. Una gestione associativa di alcuni coltivi, altrimenti abbandonati, permette vendere nei comuni più vicini un discreto quantitativo di prodotti non trattati, come patate, fagioli e farina di granturco. I residenti non si arrendono all'isolamento e il paese continua a vivere, con buona pace degli escursionisti domenicali.
Sull’Appennino ligureReneuzzi (Alessandria). Nel secondo dopoguerra ospitava ancora un centinaio di abitanti, ma fu abbandonato nel 1961. Un destino analogo a quello di numerosi altri centri dell'Appennino ligure (valli Bisagno, Scrivia e Borbera), uccisi dall'inurbamento massivo degli anni '60.
Il mondo scomparso dell'entroterra ligureLavazzuoli (Genova). Lavazzuoli, borgo semiabbandonato della Val Brevenna. Abbandono e spopolamento sono le cause principali dell'incuria in cui ha versato negli ultimi 50 anni. Ultimamente sta ricominciando a vivere grazie al duro lavoro di una coppia che qui vive, e che qui sta progettando la nascita di un agriturismo.
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