Il
quartiere della Cona si snocciola nella periferia Ovest di
Teramo lungo la S.S. 80 che porta a Montorio al Vomano. La
sua chiesa parrocchiale, dedicata appunto alla Madonna della
Cona, si trova proprio a ridosso della S.S. 80, ma è oggi
inagibile, perché fortemente danneggiata dal violento
terremoto del 2009. L’8 dicembre 2005, riscontrata da tempo
l’esigenza di un nuovo edificio per il culto, vista la
continua espansione del quartiere, era stata posta la prima
pietra di una nuova chiesa (dove)
sulla collinetta antistante la vecchia chiesa, ed
esattamente due anni dopo, l’8 dicembre 2007, seppure non
ancora completata, venne inaugurata
alla presenza del Vescovo di
Teramo-Atri Mons. Michele Seccia e di don Gianni Di
Bartolomeo, che, nominatovi parroco nel 2000, così
fortemente la volle. Divenuta inagibile la vecchia
chiesa, i lavori per l’ultimazione vennero intensificati e
la chiesa venne definitivamente aperta al culto il 28
dicembre 2010 e dedicata alla Trasfigurazione di Nostro
Signore Gesù Cristo, come testimonia una lapide
all’interno: D.O.M. / A.D. MMX DIE XXVIII MENS. DECEMBRIS /
HOC TEMPLUM IN HONOREM / DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI
TRANSFIGURATIONIS / A PIAE MEMORIAE D. IOHANNE DI BARTOLOMEO
EXCITATUM / SUB PONTIFICATU BENEDICTI P.P. XVI / ILL. ET
R.DUS D. MICHAEL SECCIA / EP. APRUTINUS-HATRIENSIS /
SOLEMNITER DEDICAVIT. D.FRANCISCUS SANNA PAROCHUS CURAVIT.
Il cinquantasettenne Parroco don Gianni era nel frattempo
venuto a mancare a causa di un infarto il 28 dicembre
dell’anno prima.
Ha pianta ottagonale e sul
fronte principale, a coronamento piano e abbellito da ampie
vetrate a specchio, è collocata una strombatura con un
semplice portale rettangolare preceduto da un’ampia
scalinata. Sul lato sinistro è un’alta torre campanaria,
anch’essa a base ottagonale e con terminazione piramidale.
L’interno è ad aula unica coperta da tetto ligneo con travi
a vista. L’area presbiteriale è sopraelevata di due gradini
rispetto all’aula e la parete retrostante l’altare è
arricchita da cinque grandi icone affrescate ispirate
all’iconografia russo-bizantina.