RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI
ARMOSINO: Sulla sorte del mercantile Hedia.
(25900)
ARMOSINO.- Ai Ministri della
Marina Mercantile e degli affari esteri. --- Per sapere se
risultino vere o meno le notizie recentemente pubblicate dalla
stampa circa la sorte della nave mercantile Hedia e, se vere,
che cosa intendano fare per liberare dalla misteriosa prigionia
l'equipaggio delle nave costituito in massima parte da cittadini
italiani. (25900).
RISPOSTA. --- La motonave Hedia
(ex Milly) battente bandiera della repubblica di Liberia,
costruita in Inghilterra nell'anno 1915, era partita da Casablanca
il 10 marzo 1962 al comando del padrone marittimo Agostinelli
Federico, con un carico di fosfati, ed era attesa a Venezia il
giorno 18 o 19 dello stesso mese.
Il 14 marzo il comandante dell'unità
segnalava a mezzo radio di trovarsi all' altezza dell'isola di La
Galite e che, a causa delle avverse condizioni atmosferiche, era
intenzionato a passare a sud della Sicilia, anziché a Nord. La
capitaneria di porto di Venezia interessava quindi le capitanerie
della Sicilia meridionale, dello Ionio e del basso Adriatico perché
comunicassero notizie circa un eventuale approdo della nave in quei
porti.
Il mattino del 20 marzo, non essendo
pervenute notizie della nave, la capitaneria di porto di Venezia
metteva in moto il dispositivo nazionale delle ricerche, segnalando
la situazione al Ministero della marina mercantile, al comando in
capo del dipartimento marittimo dell'Adriatico e al comando marina
di Venezia. In data 26 marzo la capitaneria di Porto Empedocle
informava che il 19 marzo i motopescherecci italiani Iolandina
e Leda avevano rinvenuto a circa 6 miglia dal Capo
Grecale dell'isola di Lampedusa, due salvagenti anulari con la
scritta Hedia-Monrovia, una cintura di salvataggio con la
scritta Milly Monrovia e un tavolone di boccaporto.
Successivamente il motopeschereccio italiano Ivonne aveva
recuperato, in latitudine 35° 37' nord e longitudine 12° 30' est, un
altro tavolame di boccaporto con macchie di nafta e olio. I capitani
delle summenzionate unità da pesca denunziarono il ritrovamento dei
materiali suddetti il 25 marzo all'ufficio marittimo di Lampedusa.
In tale occasione essi dichiararono di presumere che tali materiali
avrebbero potuto essere stati trasportati nel luogo di ritrovamento
dal vento e dalla corrente proveniente da nord-ovest e che essi
avrebbero potuto trovarsi in mare da diversi giorni.
Tutte le ricerche effettuate,
oltreché dalle autorità e le navi nazionali, anche dalle autorità e
le navi tunisine (sin dal 21 marzo), da una nave portaerei francese
(nella notte fra il 22 e il 23 marzo), e dalle autorità alleate
della N.A.T.O., diedero purtroppo esita negativo.
L'equipaggio venne pertanto
considerato deceduto in mare e il Ministero della marina mercantile
provvide a corrispondere alle famiglie un sussidio straordinario. Le
autorità liberiane, avevano intanto ordinato la cancellazione della
nave dal registro liberiano e la società armatrice aveva fatto
abbandono dell’unità all'assicuratore.
A seguito delle notizie relative al
presunto riconoscimento di alcuni membri dell'equipaggio della
Hedia in una fotografia riproducente un gruppo di europei
prigionieri in Algeria all'atto della loro riconsegna alle autorità
francesi, vennero immediatamente impartite istruzioni alle nostre
autorità consolari in Tunisia ed in Algeria perché effettuassero
ogni possibile ricerca. Purtroppo tutti gli accertamenti compiuti
hanno dato esito negativo.
In particolare le nostre autorità
consolari in Algeria hanno compiuto accurate, infruttuose indagini
presso le autorità francesi di Algeri, Orano e Bona nonché presso la
delegazione della Croce rossa per accertare se tra i nominativi
degli europei liberati - o dei quali si avesse notizia - non
apparissero quelli di membri dell'equipaggio della Hedia. Non
si è mancato inoltre di prendere contatto con il funzionario del
consolato di Francia in Algeri che aveva preso personalmente in
consegna e individualmente interrogato i detenuti riprodotti nella
nota fotografia. Egli ha escluso ripetutamente che tra essi vi fosse
qualche marittimo italiano, trattandosi esclusivamente di cittadini
francesi residenti ad Algeri. Il nostro consolato ha già provveduto
a comunicare direttamente alle famiglie dell'equipaggio della
Hedia, le quali avevano creduto di riconoscere nella fotografia
i propri congiunti, che purtroppo l'identificazione da loro
effettuata era errata.
Il Sottosegretario di Stato
per gli affari esteri: Russo.
