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Caduti

del mare

 

 

 

11 giugno 1964

Cronaca di Ancona

Intervista con il capobarca

sopravvissuto al naufragio

dell'Anna Meris

 

 

 

 

 

 

 

Il capobarca dell' "Anna Meris", Aurelio Merti, che siamo andati a trovare nella sua abitazione di Fano (Pu) mentre cercava di rimettersi dal pauroso "choc", ci ha detto: "Ci siamo accorti di quel che sarebbe successo soltanto un quarto d'ora prima che si scatenasse l'uragano. Abbiamo quindi avuto appena il tempo di tirare su le reti e di riprendere la via del ritorno che si è scatenato l'inferno. Una 'roba' mai vista! Ben presto la barca ha cominciato a riempirsi d'acqua e mentre uno era al timone l'altro era alla pompa. Ho subito capito che finchè durava quel tempo non ce l'avremmo fatta a rientrare in porto. Ad un certo punto poi la visibilità si è ridotta a due o tre metri e allora ci siamo messi col vento in poppa raccomandandoci al Signore. Verso le dieci infine, una ondata indescrivibile ha rovesciato la barca: eravamo io e l'altro compagno di equipaggio, tre miglia al largo di Pesaro. Dapprima mi sono aggrappato alla fiancata del peschereccio e ho chiamato l'altro uomo, Paolo Testalunga, che rabbrividendo ho visto attaccato al timone a pochi centimetri dall'elica che girava ancora vorticosamente. Un movimento falso e sarebbe stato sfracellato senza scampo. Poi l' "Anna Meris" è affondata e fortunatamente ci siamo aggrappati ad un cassone frigorifero. Due volte ci è sfuggita la presa e in entrambe le circostanze disperavo di riconquistarla: in certi momenti credevo proprio di dover morire. Dopo quattro ore e mezza interminabili di quel mare siamo infine riusciti con un po' di fortuna a salire sugli scogli bianchi a nord di Fano senza essere sfracellati dalle onde. Una volta a terra, sfiniti ma salvi, ci siamo recati verso la prima casa, abbiamo bussato chiedendo almeno una coperta ma non ci hanno voluto aprire. Lo stesso è accaduto in altre due abitazioni finchè un camionista di Bologna ci ha fatti salire e ci ha accompagnati fino a casa".

Qui finisce il semplice ed incredibile racconto di un uomo che ha lottato per ore ed ore contro la morte e che si è ritrovato in quel letto familiare su cui egli stesso disperava ormai di poter più riposare.

 

 

 

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