Nuova Santa Barbara, ecco
il racconto del testimone
Al momento dell'impatto del Nuova Santa Barbara
c'erano persone che pescavano sul lato esterno del Molo Sud.
Improvvisamente il Nuova Santa Barbara è sbucato dalle tenebre
puntando dritto verso ovest, contro la scogliera. Dopo l’inevitabile
urto, con lo scafo squarciato e vistosamente inclinato ha
circumnavigato il braccio portuale per andarsi ad incagliare sul
basso fondale interno.
SAN
BENEDETTO DEL TRONTO - Riviera Oggi ha trovato
testimoni oculari della
tragedia del Nuova
Santa Barbara avvenuta nella notte del 13 settembre. Il loro
racconto dei fatti è molto diverso dalla ricostruzione ufficiale del
naufragio che è costato la vita al sedicenne marittimo di Bisceglie Giovanni
Dell'Olio.
Mario
(questo è il nome di fantasia che diamo alla nostra fonte) ci ha
raccontato nei particolari cosa è avvenuto esattamente: «Stavo pescando
assieme ad altri, seduto sugli scogli del Molo Sud, sul lato esterno al
porto. Altri stavano pescando poco distanti, ma sul versante interno
della scogliera, quello rivolto al porto».
«Erano
appena passate le due di notte», continua Mario. «Lo ricordo
perfettamente perché avevo appena guardato il mio orologio, accorgendomi
che era tardi e che era ora di andare a dormire».
È in
quel momento che Mario e gli altri vedono avvicinarsi al molo un
peschereccio proveniente da est. La sua rotta
era praticamente perpendicolare a quel tratto di molo, quello
che va dal monumento a Monsignor Sciocchetti alla punta del Molo Sud
segnalata dal faretto a luce rossa.
Mario
continua: «Il peschereccio procedeva a velocità normale. Si andava
avvicinando sempre più, fino a che abbiamo capito che esso puntava
diritto contro di noi. Così ci siamo messi ad urlare per
farci sentire da qualcuno a bordo. Ma la barca ha continuato ad
avvicinarsi. Quando ormai mancavano pochi metri agli scogli, abbiamo
anche provato a lanciare segnali
nel buio con le luci dei faretti notturni
da pescatore che teniamo legati sulla testa. E sempre continuando ad
urlare».
Probabilmente a questo punto le grida dei due finalmente sono state
udite a bordo. O forse è accaduto qualcos’altro. Fatto sta che ad appena
cinque-sei metri dagli scogli, il Nuova Santa Barbara ha preso a virare
di colpo verso la sua destra, in direzione della punta del molo. Ma
ormai quella manovra non era più sufficiente ad evitare un forte impatto
di striscio sulla fiancata sinistra. Urto che infatti – come dimostrano
le nostre fotografie (e le riprese video da sambenedettoggi.it) – è
avvenuto appena uno-due metri a sinistra della prua. Una virata che è
però risultata fatale.
Una
avventata manovra analoga a quella compiuta nel 1912 dal Titanic contro
l'iceberg: il violento urto laterale ha prodotto un ampio e lungo
squarcio sulla fiancata che a sua volta ha causato l’immediato imbarco
nella stiva di una enorme massa d’acqua. Mentre l'impatto frontale a
velocità moderata dall’“indietro tutta” avrebbe danneggiato solo la
prua, incagliato il natante sugli scogli ed evitato in peggio.
«L’impatto è avvenuto a
circa cento metri dalla punta del molo», spiega Mario, il quale
ci aiuta ad individuare anche il punto esatto del contatto con gli
scogli: «Stavamo pescando a ridosso dei massi alti, in un punto circa a
metà tra le due grandi scritte che può vedere alla sua destra chi
cammina sul molo: una frase d’amore con data 23.08.07 a vernice viola e
un “Ultras Samb” a vernice nera».
«Eravamo talmente vicini al punto
dell'urto dello scafo –
racconta Mario – che la lenza della mia canna da pesca è rimasta per
qualche istante avvinghiata dallo sfregamento, tanto che l'ho dovuta
strattonare con forza per evitare che fosse trascinata via».
«E
mentre lo scafo cominciava subito ad inclinarsi sulla sinistra –
continua il nostro testimone – ho visto che uscivano sul ponte alcune
persone dell'equipaggio. Parlavano in modo concitato, urlavano,
probabilmente non riuscivano a capire cosa era successo. Abbiamo notato
che hanno rivolto il loro interesse a poppa; non abbiamo capito perché,
dato che l’urto era stato sul davanti. Nel frattempo il peschereccio,
vistosamente inclinato, ha ripreso lentamente a muoversi, verso nord,
come a cercare l'imboccatura del porto. Con lo sguardo abbiamo seguito
attentamente il suo tragitto. Giunto alla punta del Molo Sud, lo scafo
ha urtato nuovamente gli scogli, per poi riprendere a muoversi per
effettuare passo passo la manovra di aggiramento del molo e di ingresso
in porto».
Naturalmente Mario e gli altri non potevano immaginare che fra le
persone radunate sul ponte ne mancava all’appello una. E confermano un
altro aspetto messo in luce fin dalla mattina seguente: l’omissione di
soccorso da parte di un’imbarcazione.
«Effettivamente» spiega Mario, «un piccolo peschereccio in uscita ha
incrociato il Nuova Santa Barbara mentre tentava di entrare
faticosamente in porto. Noi abbiamo cercato di attirare la sua
attenzione a gesti e urla, a una ventina di metri da noi. Però va detto
che non avrebbero potuto fare granché, dato che il peschereccio ormai
era già dentro il bacino portuale e si stava adagiando, ancora quasi
completamente emerso ma inclinato di 45°, su un punto bassissimo del
fondale».
Nel
frattempo dall’equipaggio sul ponte si continuavano a sentire urla,
sembravano impazziti. Mi chiedevo perché, visto che ormai erano salvi. E
invece poi abbiamo saputo che uno di loro era rimasto sotto…».
Tutto
è durato circa un quarto d’ora. Verso le 2,15 Mario e l’amico hanno
visto uscire una motovedetta dei Carabinieri che andava incontro il
Nuova Santa Barbara. Il dramma si era consumato.