Castiglione Messer Raimondo,
m.306 s.l.m., prenderebbe il suo nome dal latino castellio (piccolo
castello);
dal 1532 è
stato aggiunto il nome Raimondo in riferimento a Raimondo Caldora che ne divenne
proprietario nel 1414. Sul vicino Colle San Giorgio su
cui sono le tracce più antiche del territorio, nel piccolo Borgo Santa Maria è
la Chiesa di S.Maria dello Spino. Sorta probabilmente sui ruderi di un
tempio romano, è l'antica chiesa del Monastero benedettino di Santa Maria a
Luquiano o Luquianum o Lucusanum; il nome è la probabile contrazione di “Lucus
Dianae”, ossia “bosco dedicato alla divinità romana Diana”. La
chiesa, presso cui sono i resti di una torre medievale, è evidentemente molto
antica, visto che uno dei suoi restauri avvenne a cavallo dei secoli XIII-XIV,
ed è detta "dello spino" perchè una credenza locale vuole che la Madonna sia
apparsa in quel luogo tra i rovi, tra gli spini. La facciata è a coronamento
orizzontale e in essa si apre un portale ad ogiva. Sulla sua
sommità sinistra si alza un piccolo campanile a vela per una campana. L'interno,
costituito da un'unica aula, ha copertura con capriate lignee a vista. Una
lastra di pietra bianca poggiata su un capitello corinzio di marmo bianco risalente
presumibilmente al VI secolo viene utilizzata come altare. Forse entrambe
appartenevano ad una vicina villa romana e successivamente utilizzate per il
Monastero.
Sulla parete dietro l'altare c’è un quadro che raffigura in alto La Madonna con
il Bambino tra due Angeli, ed in basso S. Michele con la spada sguainata contro
il diavolo mentre S. Giuseppe prega rivolto verso la Madonna.
Per arrivarci
da Teramo, da cui dista circa Km.41 (vedi
mappa): si percorre la
superstrada in direzione di L’Aquila fino al
casello di Val Vomano e da qui si prosegue in
direzione di Bisenti. Qui giunti si segue la semplice
segnaletica verso Basciano e poi verso Castiglione
Messer Raimondo. Si prosegue poi per qualche chilometro verso
Castilenti fino ad incontrare l’indicazione
stradale che porta verso Colle San Giorgio, sulla sommità del quale è la chiesa.




Foto e testi di Francesco Mosca
(2015)
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