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Nella campagna di Sant’Omero (Teramo),
fino a poco tempo fa trascurata persino dalle indicazioni stradali, si trova la
Chiesa di Santa Maria a Vico. Dal cartello informativo
provvidenzialmente apposto nei pressi a cura della Regione
Abruzzo si legge, tra l’altro: “Costruita sui resti di un tempio
pagano dedicato ad Ercole, la Chiesa di Santa Maria a Vico è
considerata come l'unico monumento d'Abruzzo anteriore al Mille
giunto a noi quasi completo. Lo schema della pianta è
estremamente semplice: un rettangolo allungato diviso in tre
navate dove, in corrispondenza di quella centrale, si trova
l'abside. I valichi sono scanditi da due file di sei piloni per
lato, privi di base e sormontati da capitelli in
pietra squadrati. Le cinque finestre, chiuse da transenne in
travertino, danno all'interno una scarsa illuminazione, compensata però dall'ampio rosone aperto nel prospetto
principale. La torre campanaria
fu aggiunta nel Trecento, quando anche la facciata subì un'opera
di ampio restauro. L'interno della Chiesa era impreziosito da
affreschi di notevole fattura come una Madonna in trono col
Bambino colta nel gesto affettuoso di stringerlo al volto,
un'Annunciazione e una seconda Madonna in trono col Bambino. Ad
altra mano e ad anni prossimi alla metà del Trecento sembrano
invece doversi riferire alcuni brani di affresco del sottarco
dell'ultimo valico sinistro. Sono superstiti un Cristo
Benedicente a mezzo busto entro un clipeo e San Giovanni
Evangelista. Nel portale
si scorgono dei blocchi di pietra scolpiti "a negativo", cioè
con le figure incassate nella pietra anziché a rilievo. Una di
esse è l'agnello con la Croce, il cosiddetto Agnus Dei, ossia
l'Agnello di Dio. Ci sono poi i simboli degli Evangelisti, con
il leone alato di San Marco, il bue alato di San Luca e l'aquila
di San Giovanni, oltre a vari motivi geometrici e floreali. Gli
studiosi collegano questo tipo di decorazione al revival di
elementi paleocristiani dovuti alla riforma gregoriana che ebbe
spunto nell'abbazia di Montecassino”.
A partire dal 2005 la
Sovrintendenza Archeologica di Chieti ha diretto una serie di
scavi nei pressi della chiesa, che hanno portato alla luce resti
di mura appartenenti ad un’antica struttura absidata di grandi
dimensioni. Negli anni successivi, oltre l’aula centrale sono
stati messi in luce anche due ambienti laterali, rivelando un
impianto analogo a quello della chiesa attuale di Santa Maria a
Vico, nonchè numerose sepolture che costituiscono tuttora
oggetto di studio. La presenza di alcuni elementi, quali strati
di crollo e piani di cenere, fanno pensare che un evento
distruttivo, forse un incendio, può aver determinato l’abbandono
dell’edificio.
Per
arrivarci da Teramo (vedi
mappa): percorsa la S.S.80 fino a S. Nicolò a
Tordino, poco prima del centro abitato si gira a sinistra
imboccando la superstrada che collega con la Val Vibrata. Giunti
a Sant’Onofrio, si prosegue fino a Garrufo e da qui, girando a
destra, si seguono le indicazioni stradali che conducono
all’Ospedale di S.Omero percorrendo Via Metella Nuova. Arrivati
in corrispondenza dell’Ospedale si gira a sinistra e ci si
inoltra nella campagna fino a scorgere l’edificio.

Foto e testi di Francesco Mosca
(2010)
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da
del 29 settembre 2011
SANT'OMERO,
«MERAVIGLIA
ITALIANA»
Santa Maria a
Vico nominata «Meraviglia Italiana». Una delegazione del Comune di
Sant’Omero, composta dall’assessore Riccardo Malatesta, dal
consigliere Noria Venanzi e dal presidente della Consulta giovani
Roberto Ippoliti, si è recata alla cerimonia di nomina e consegna
del bollino di «Meraviglia Italiana», svoltasi a Pescara.
L’iniziativa è stata promossa in occasione del 150° anniversario
dell’Unità d’Italia. Il progetto consiste nella selezione di 1.000
meraviglie italiane. Santa Maria a Vico è stata selezionata come
sito paesaggistico di interesse nazionale ed è stata l’unica della
Provincia di Teramo a ricevere il prestigioso bollino e a essere,
così, inserita nella rete di itinerari turistici promossi sul sito
www.meravigliaitaliana.it.
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