Finì con la prua contro gli scogli del molo sud di Giulianova,
spinto dal mare forza 8. Poco dopo, a causa del violento impatto del
motopesca “Diana Madre” con le rocce, l’imbarcazione colò a picco e
l’equipaggio in mare. Era il 12 ottobre dello scorso anno.
Le
ricerche di Maurizio Fagone, 43 anni di San Benedetto, durarono per
giorni. Il corpo del marinaio fu rinvenuto il 20 ottobre lungo la
battigia della spiaggia nord di Roseto, a quattro chilometri dal
luogo della sciagura. Il comandante del “Diana Madre”, Marco
Marchegiani, dichiarò: «Un’altra imbarcazione ci ha tagliato la
strada impedendoci di entrare nel porto». Ed è stata proprio in
questa direzione che la magistratura ha trovato la svolta nelle
indagini a distanza di sette mesi da quel tragico incidente in mare.
È
stato infatti chiesto il rinvio a giudizio con le ipotesi d’accusa
di omicidio colposo e naufragio colposo nei confronti del comandante
di quell’“altra” imbarcazione individuata durante le indagini grazie
anche all’ausilio del video amatoriale acquisito dagli
investigatori. Secondo gli inquirenti quel comandante, M.S., un
marinaio pure lui originario di San Benedetto come la vittima, ma
residente a Martinsicuro, non avrebbe dato la precedenza al “Diana
Madre” mentre entrava in porto, tagliando la rotta all’imbarcazione
già in difficoltà.
Quel giorno, infatti, con il mare in burrasca forza 8 c’erano stati
anche altri s.o.s. partiti da piccole imbarcazioni giuliesi.
T.Poe.