Venerdì 5 marzo Gianni
Lannes a Vigevano (PV), presso la Cooperativa Portalupi ha presentato il suo
libro-inchiesta NATO: Colpito e affondato (la tragedia insabbiata del
Francesco Padre). Le indagini su questo caso si chiusero frettolosamente e
senza acquisire le prove necessarie per portare letteralmente "a galla" la
verità. Il libro ricostruisce nei minimi dettagli gli ultimi istanti e i
successivi anni d'indagine sull'affondamento del peschereccio prima mitragliato
e poi affondato da un missile al largo del Montenegro il 4 novembre 1994 ad
opera di imbarcazioni agli ordini della NATO nel corso delle manovre in
preparazione della guerra che poi avrebbe disgregato la Jugoslavia.
Muoiono cinque persone e
un cane. Il relitto non verrà mai recuperato e si accrediterà la teoria secondo
cui i 5 pescatori avrebbero trasportato clandestinamente dell'esplosivo
scoppiato poi a bordo. Le riprese effettuate e le evidenze messe in ordine da
Gianni Lannes smentiscono quella ricostruzione infamante per 5 pescatori onesti
di Molfetta e mostrano una verità ancora più sconcertante che ha una lunga fila
di precedenti e successivi, che il giornalista riporta con dovizia di
particolari.
11 luglio 1993, nelle reti
calate del “Francesco Padre”, impegnato in una battuta di pesca, si impiglia un
sommergibile della marina statunitense, l'“Uss Belknapp”. Il giorno dopo il
comandante del peschereccio, Giovanni Pansini, che 16 mesi dopo resterà ucciso
nella tragedia, denuncia l'accaduto ma viene subito indagato dalla procura di
Trani. Poco più di un mese dopo gli americani lo indennizzano con un assegno di
9.554 dollari chiedendo in cambio il silenzio più assoluto.
30 novembre 1994, appena diciannove giorni dopo
l'annientamento del “Francesco Padre”, un altro peschereccio molfettese, il
“Modesto Senior”, viene fatto segno da raffiche di mitragliatrice sparate da
un elicottero francese della Nato.
Meno di un anno piu' tardi, a fine settembre
1995, al largo delle coste del Montenegro, un peschereccio molfettese, il
“Sirio”, viene travolto da un sommergibile dell'Us Navy che si incaglia
nelle sue reti. La tragedia, solo sfiorata, avviene sotto gli occhi dei marinai
di altri cinque pescherecci che si trovano in zona.
Tragedia dolorosa invece
nemmeno quattro anni prima, il 12 dicembre del 1991, quando in pieno giorno si
inabissa senza alcun motivo apparente al largo di Gallipoli il “San Cosimo
II”, trascinando con se' tre uomini. Un'inchiesta dimostrerà che il
fasciame del peschereccio era intatto e quindi non ci fu alcun cedimento
strutturale.
Ma veniamo ad anni più vicini. 22 giugno 2001,
ore 14.03. Il peschereccio “San Pietro” di Monopoli viene “agganciato”da
un sommergibile americano a propulsione nucleare, il più piccolo della flotta
Usa, ad appena 11 miglia dalla costa di Brindisi.
Dopo il libro-inchiesta la
procura di Trani, come informa il giornale on-line diretto proprio da Gianni
Lannes "Italia
Terra Nostra",
decide di riaprire le indagini e consultare il giornalista. Dopo 16 anni un
libro riapre un caso e lo porta in parlamento dove proprio domani alle ore 14.30
presso la Camera dei Deputati (sala del mappamondo) si terrà una conferenza
stampa per arrivare a costituire una commissione d'inchiesta e abbattere il muro
di gomma dei segreti di Stato e dei segreti militari.