L'affondamento del
"Rita Evelin"
SAN BENEDETTO - Giace sul fondo dell’Adriatico il Rita Evelin,
il motopeschereccio inabissatosi all’alba di ieri a 21 miglia dalla
costa fuori Porto San Giorgio. Tre dei quattro marinai a bordo
risultano dispersi mentre il quarto, il comandante Nicola Guidi, è
stato tratto in salvo un’ora dopo dal motopesca di Bisceglie, il
Luna Nuova, quand’era aggrappato alla ciambella di salvataggio.
Sul Rita Evelin si trovavano il quarantunenne capitano e
armatore sambenedettese Nicola Guidi, il sessantenne motorista di
Martinsicuro Luigi Lucchetti, il trentanovenne marinaio
sambenedettese Francesco Annibali e il cinquantunenne marinaio
tunisino Ojnis Gasmi, residente ad Offida con il figlio di 18 anni.
Dopo una notte di pesca, il Rita Evelin era rientrato in porto a San
Benedetto per scaricare, e inviare ai mercati, il prodotto di
un’intera notte e quindi aveva ripreso il largo per una nuova
battuta. Le reti erano già state di nuovo calate, all’improvviso la
tragedia. Dalle prime voci raccolte sembra che queste si siano
incagliate in una roccia sul fondale. Il motopeschereccio ha
proseguito il traino, finché ha subito un contraccolpo che ne
avrebbe causato il capovolgimento. Esclusa l’eventualità di una
collisione. Al momento dell’incidente, verificatosi tra le 5.30 e le
6.15, in quel tratto di mare erano in transito vari pescherecci, due
navi, un cargo, a circa 10 miglia, e un’altra nave a 5 miglia.
I
segni del dolore e le lacrime della disperazione solcavano le facce
dei familiari dei mariani del Rita Evelin, mentre scrutavano
l’imboccatura del porto in attesa del motopesca Luna Nuova,
che aveva tratto in salvo il comandante. L’imbarcazione è attraccata
sulla banchina Malfizia alle 10.40, assediata dai familiari,
pescatori e curiosi.
Pochi attimi e da sottocoperta è apparso visibilmente frastornato il
sopravvissuto, al quale si sono fatti incontro la moglie Cinzia e il
fratello Zefferino. Il comandante è quindi salito su una Fiat Punto
di colore blu, guidata da un militare, diretta alla locale
Capitaneria di Porto. Sulla vettura hanno trovato posto anche la
signora Cinzia e il comandante del Luna Nuova, Pietro Di
Tullio. Alla Capitaneria Guidi ha cercato di ricostruire la vicenda,
riferendo dettagli approssimativi sulla dinamica dell’incidente, per
effetto dello shock di poche ore prima. Qualche protesta da parte
dei congiunti che all’interrogatorio avrebbero preferito un esame
medico.
Guidi è stato accompagnato al Pronto Soccorso per sottoporsi agli
esami di rito. «E' in buone condizioni fisiche - ha detto la moglie
Cinzia Pasquali - ma è in stato confusionale e non ancora in grado
di ricostruire l’episodio. Dei suoi 41 anni ne ha passato 20 in
mare. Appartiene ad un famiglia di marinai che avevano già una
barca».
«Avevamo terminato la pesca - racconta il comandante del Luna
Nuova, Pietro Di Tullio - e stavamo facendo rientro al porto di
Giulianova, quando in lontananza abbiamo scorto una boa luminosa e
udito i sibili di un fischietto. Ci siamo avvicinati vedendo che la
luce era emanata da un salvagente a cui era aggrappato un uomo che
fischiava per attirare l’attenzione. A meno di cento metri si era
inabissato il Rita Evelin. Dopo averlo tirato sulla coperta
lo abbiamo vestito con indumenti asciutti e rifocillato. Ricordava
poche cose, tra cui i tre compagni di lavoro. Abbiamo avvisato la
Capitaneria e messo una boa sul luogo della tragedia, a mo' di
segnale».
L’assessore Settimio Capriotti è amico del marinaio Annibali «di cui
ho un sentito e piacevole ricordo. Abbiamo abitato a pochi metri di
distanza, in via Manara, fino all’età adulta. In questo momento sono
vicino ai genitori e alla sorella».
Le ricerche dei dispersi sono proseguite per tutta la giornata di
ieri con l’impiego di 20 pescherecci e sette motovedette della
Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Carabinieri. Sono stati
utilizzati anche un aereo Atr della Capitaneria di Porto e un
elicottero dei Vigili del Fuoco di Pescara. I sommozzatori di San
Benedetto hanno scandagliato il tratto di mare dove è affondato il
Rita Evelin con l’ausilio di un robot teleguidato. Si è
fermato a 70 mt di profondità per scarsa visibilità. A 80 mt giace
il relitto, dove potrebbero essere imprigionati i corpi dei tre
marinai. Le ricerche sono state sospese nella notte e riprese nella
mattinata di oggi.