Lungo le propaggini più meridionali dei Monti della Laga, in
località Scorzoni nel Comune di Torricella Sicura
(Teramo), sono oggi visibili solo alcuni ruderi di quello che fu
una potente Badia. Si trattava del Monastero femminile di
S.Giovanni a Scorzone, o in Scorcione, che venne
fondato nel 1005 a seguito di un generoso lascito di beni da
parte del nobile Teutone e di sua moglie Ingeltrude alla omonima
chiesa nella Valle del Vezzola tra Ioanella e Pastignano. Fu
gestito dall’Ordine benedettino e dipendeva direttamente
dall’Abbazia di Montecassino. Come il monastero maschile di
S.Pietro ad Azzano, anch’esso in territoriodi Torricella Sicura,
divenne una vera e propria potenza, per la ricchezza dei suoi
possedimenti e per la quantità dei privilegi ottenuti. Durante
il vescovato di Francesco Chierigatto (dal 1522 al 1539), il
monastero venne chiuso in quanto, narra la tradizione popolare,
vi avvennero leggendarie vicende peccaminose che coinvolsero le
sue suore ed i monaci di
S.Pietro ad Azzano.
Qualcuno più prosaicamente ha avanzato l’ipotesi che forse il
monastero stava acquisendo così tanta importanza da oscurare la
preminenza vescovile. E così nel 1530, mentre era governato
dalla badessa Carmosina, il convento venne soppresso e le
monache trasferite nell’omologo Convento di San Giovanni a
Teramo. Successivamente il portale in pietra e la campana
vennero riutilizzati nella costruzione della chiesa di
S.Giovanni Battista nella vicina
Pastignano. Dell’antica
costruzione, costituita probabilmente da una chiesa a tre navate
con annesso convento, non restano oggi che pochi ruderi, tracce
delle fondamenta, alcuni resti delle mura perimetrali e di una
torre, forse l’antico campanile.
Per arrivarci da Teramo, da cui dista circa Km. 12 (vedi
mappa): si percorre la
S.S.81 in direzione
Ascoli Piceno e si gira a
sinistra al bivio per
Castagneto. Si seguono le
indicazioni stradali per
Ioanella, superata la
quale, dopo altri 2 Km. si incontra sulla strada l’incrocio per
Scorzoni. Dopo aver girato a sinistra si scende per un po’ ed al
primo bivio si va ancora a sinistra, seguendo il fianco della
collina anziché scendere ancora.