Non è certamente un caso se nello scendere al paese abbandonato
di
Valle Pezzata, una frazione di
Valle Castellana (Teramo),
dopo circa 2 chilometri di ripida ed in alcuni punti pericolosa
discesa, il primo edificio che si incontra è quello della
chiesa: fu senza dubbio la grande devozione che circa cinque
secoli fa fece costruire ai valligiani la chiesa in quel punto,
l'ultimo appiglio per chi partiva ed il primo sorriso per chi
arrivava.
E’ consacrata a San Nicola di Bari, santo per il quale si
è avuta sempre molta devozione tra i monti del teramano;
si
tratta di una chiesa semplice, con pianta
rettangolare e tetto a capanna. Il campanile è
a vela e c'è posto per una sola campana, che oggi non c'è
più.
L'abside è appena accennato e ci sono segni di modifiche
recenti che lasciano supporre lavori di ristrutturazione che
hanno inteso eliminarlo, magari perchè oramai troppo
compromesso. Sotto gli architravi del portone d'ingresso e della
porta laterale si vedono delle mensole a forma di teste di gufo;
sulla porta laterale, inoltre, si distingue un leone rampante
con incisa la data 1519. All'interno non c'è praticamente più
niente, ma ci sono ancora i resti in travertino dell'altare e
della balaustrata, di recente costruzione. All'inizio del 1800
questa comunità contava circa 150 abitanti ed era uno dei centri
più importanti nella zona in quanto a pastorizia e raccolta di
castagne. Il paese si andò poi via via svuotando fino ad
arrivare a poche decine di persone nel secondo dopoguerra e ad
essere completamente abbandonato negli anni sessanta del secolo
scorso.
Lungo la strada che porta a Valle Pezzata (vedi
mappa), in corrispondenza di
una curva aperta su un precipizio, si incontra una croce di
legno costruita alla buona su cui è scritto a mano a vernice
"A.D. 31-8-2003"; di fianco, una croce in ferro ed una lapide,
su cui la stessa mano ha scritto "C'è una stella in più che
brilla, nel cielo lassù. L'ho chiamata Maria. Tonino e gli amici
di Valle Pezzata."
Foto e testi di Francesco Mosca
(2009)
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