Maurizio Romani Madonna dello Splendore 2010 olio su tela, cm.33x30
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Le 22 Chiese di Giulianova di Francesco Mosca Se ci capita di parlare delle Chiese di Giulianova, il nostro pensiero va quasi esclusivamente alle chiese parrocchiali e tutt’al più a quelle che, per residenza o per lavoro, abbiamo quotidianamente sotto gli occhi. In realtà sono numerosi, ben ventidue, gli edifici ecclesiali che troviamo sul territorio comunale, anche se alcuni di questi non sono più aperti al culto. Mentre di alcune altre chiese ci restano solo citazioni su antichi libri, di queste, rinverdite ogni tanto da sapienti restauri, sono sopravvissuti gli edifici e tutte le storie ad essi connesse. Così, tra le chiese di cui non esistono più tracce troviamo la Chiesa di San Pietro, nella via omonima nei pressi della chiesa di Sant'Anna e quella di S. Caterina, che si trovava nei pressi del Cimitero. Troviamo anche la Chiesa della Misericordia, omonima di quella oggi esistente, ma più antica e fuori delle mura cittadine, nonchè citazioni riguardanti la Chiesa della Madonna dei Sette Dolori, la Chiesa del Crocefisso e quella di Santa Maria della Concezione. Le costruzioni più antiche pervenute fino a noi, fatta eccezione per Santa Maria a Mare, sono quelle erette appena dopo il 1460, l’anno cioè della rovinosa battaglia nei pressi del fiume Batinus (Tordino) tra Aragonesi ed Angioini. In conseguenza di questa, infatti, Castel San Flaviano fu distrutta ed il Duca Giulio Antonio Acquaviva decise di ricostruire il centro abitato più a Nord e di dotarlo di mura di fortificazione. La Chiesa più antica in territorio giuliese è senza dubbio la Chiesa di S. Maria a Mare, già detta dell’Annunziata. L’attuale edificio risalirebbe al XII secolo e fu realizzato sui resti di un edificio di culto preesistente; precisamente, alcuni studiosi fanno risalire la costruzione all’anno 1108, altri al 1120. Restaurata più volte nel corso dei secoli, oggi la chiesa, che conserva per fortuna intatto il magnifico portale del XIV secolo, è ancora aperta al culto. L’interno mantiene intatte le suggestioni dell’edificio medievale, anche se, con lo spostamento a latere del presbiterio dopo l’ultimo intervento, il senso delle navate risulta di fatto snaturato. Tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 Giulia si arricchisce di quattro nuove importanti chiese: quella di San Flaviano, quella della Misericordia, quella di Sant’Anna e quella di San Rocco. La Chiesa di San Flaviano è il Duomo di Giulianova, ovvero la sua Chiesa più importante, ed è ubicata in Piazza Buozzi, in quella cioè che fu la Piazza d’Armi ai tempi del Duca d’Atri e Conte di Conversano Giulio Antonio Acquaviva. E’ un monumento rinascimentale che tutti noi abbiamo costantemente sotto gli occhi, la cui pianta ottagonale e l’imponente insolita cupola a calotta semisferica, che cronologicamente precede anche quella romana di S. Pietro iniziata nel 1506, ne fanno un esempio quasi unico in Abruzzo. La Chiesa oggi, seppure sobria ed essenziale negli ornamenti, è ricca di opere di illustri artisti contemporanei. La Chiesa della Misericordia (o Santa Maria della Misericordia) risalirebbe al secolo XVI, divenendo sede della più antica Confraternita di Giulianova, quella della Misericordia, appunto, della quale si hanno notizie dal 1474. Porta lo stesso nome di un’altra Chiesa già esistente nel borgo medievale di Castel San Flaviano, eretta in memoria delle vittime della terribile peste nera del 1348 e la sua pianta è molto particolare, in quanto ha la insolita forma di un trapezio irregolare. Appena sopra il suo portone è collocato un bel mosaico costituito da 45 mattonelle in ceramica raffigurante la Madonna della Misericordia dal cuore trafitto da spade con in grembo il corpo di Gesù dopo la crocefissione. La Chiesa, arricchita di fregi barocchi, ha l’interno costituito da un’aula unica che termina con un’abside in cui trova posto il presbiterio sopraelevato; vi si conserva la statua del “Cristo Morto”, particolarmente venerata nelle liturgie pasquali. La Chiesa di Sant’Anna nei pressi della Chiesa di S. Rocco, è un edificio di modeste dimensioni che, prima del recentissimo restauro, conservava solo le mura perimetrali e l’altare barocco. La sua facciata, sormontata da un campanile a vela dove trova posto una campana, è a coronamento orizzontale. L’interno è costituito da un unico ambiente privo di abside, sobrio e spoglio, fatta eccezione per l’altare in marmo incastonato nella parete di fondo. La Chiesa di San Rocco si trova incastonata nel complesso edilizio dell’odierno Istituto Castorani, un tempo Istituto San Rocco. Nacque insieme all’omonimo Ospizio, poi Ospedale, con il quale rimase indissolubilmente legata fino all’inizio del 1900, quando l’Ospedale si trasferì in un’ala del vecchio Convento dei Frati Cappuccini in fondo al Viale dello Splendore. Dal 1869 la Chiesa è invece legata alle Figlie della Carità, suore dell’Ordine di San Vincenzo de’ Paoli. Oggi la piccola Chiesa, cui si accede dall’interno dell’Istituto Castorani, si presenta ad aula unica che si conclude con un’abside che contiene il presbiterio. Questo, sopraelevato di un gradino, accoglie un bell’altare in marmo al di sopra del quale campeggia una statua della Madonna Immacolata. Sulle pareti laterali due nicchie ospitano le statue di S. Rocco e di San Vincenzo De' Paoli. Una sorprendente volta a cupola completamente affrescata sovrasta l’abside. Santuario di Maria Santissima dello Splendore Successivamente al 22 aprile 1557, data in cui la tradizione vuole (ma alcuni documenti sembrerebbero indicare la data del 1480) che la Madonna sia apparsa luminosissima su di un ulivo a Bertolino, umile contadino di Cologna intento a raccogliere legna in quei pressi, sorse la Chiesetta affidata ai Padri Celestini che diventerà il Santuario di Maria Santissima dello Splendore. La struttura che oggi vediamo, retta dal 1847 dai Padri Cappuccini, è il frutto di numerose modifiche e di ampliamenti che hanno via via arricchito ed abbellito il complesso edilizio. Tra gli interventi più recenti sono rilevanti la realizzazione di una artistica Via Crucis lungo la Via Bertolino con sculture in bronzo realizzate dall’artista marchigiano Ubaldo Ferretti, la costruzione di un nuovo portico adornato di mosaici ed il riordinamento dei giardini retrostanti la chiesa, insieme alla ottimizzazione degli spazi per far posto ad una fornitissima Biblioteca e ad un ricchissimo Museo. Giusto in quegli anni, precisamente nel 1566, veniva eretta, probabilmente sui resti di una preesistente chiesa romanica, la Chiesa di S. Antonio. Inizialmente annessa al Convento dei Frati Minori Conventuali e dedicata a S. Francesco di Paola, intorno al 1810, con la soppressione di quasi tutti gli Ordini religiosi che obbligò il convento alla chiusura, venne affidata alla Confraternita di S. Antonio di Padova, e questo potrebbe essere il motivo per cui ad un certo punto essa fu intitolata a S. Antonio. Dopo un lungo periodo di semi-abbandono in cui fu completamente saccheggiata, fu oggetto di un importante restauro nel 1982 con il ripristino di gran parte degli arredi barocchi e con la riapertura al culto con grande ed unanime plauso al parroco don Domenico Panetta che fortemente ne aveva propugnato il restauro.
Nella prima metà del 1700 sorge nella frazione di Case di Trento la Chiesa della SS.ma Trinità. Secondo lo storico Riccardo Cerulli (1920-2002) nel suo libro “Giulianova 1860” la Chiesetta fu costruita “...in onore e memoria della controriforma tridentina”. Insieme ad alcuni vicini edifici rustici già esistenti e ad altri che in seguito furono costruiti nei pressi si formò poi la frazione di Case di Trento. La Chiesa fu successivamente dedicata alla SS.ma Trinità ed oggi è sotto la giurisdizione dalla Parrocchia di Maria SS.ma degli Angeli di Mosciano S.Angelo. Si presenta con una facciata a capanna in laterizio ornata da colonne rastremate da capitelli semplici; il portone è preceduto da un piccolo chiostro. Intorno al 1870, nelle campagne di proprietà della famiglia Trifoni alle spalle di Colleranesco, lungo una polverosa stradina interpoderale sorge la Chiesetta di San Domenico. Fu costruita da Domenico Trifoni, bisnonno degli attuali fratelli Trifoni, per volere della sua seconda moglie, e fu intitolata a San Domenico. Negli anni 50 e 60 del secolo scorso, pur essendo ad uso esclusivo della famiglia, durante i riti liturgici era aperta anche a chi abitava nei pressi. Utilizzata poi sempre più sporadicamente, vi si è celebrata la S. Messa per l’ultima volta nel 1973, in occasione di un grave lutto famigliare. Oggi si presenta ancora ben conservata, sebbene il tempo abbia lasciato segni indelebili, nel suo stile semplice con mattoni rossi a vista. L’interno è ad aula unica che si conclude con una piccola abside in cui trova posto l’altare. Nell’aula trovano posto oggi poche povere cose e dirimpetto all’altare, sul parapetto di un piccolo soppalco in legno che sovrasta la porta d’ingresso, campeggia ancora un’immagine di San Gabriele dell’Addolorata. Cappella gentilizia De Bartolomei Più o meno negli stessi anni sul lato sud di Piazza della Libertà Gaetano De Bartolomei faceva erigere la Cappella gentilizia De Bartolomei intitolata a San Gaetano, per onorare la memoria di suo zio Angelo Antonio Cosmo de’ Bartolomei (1788-1863), di cui era stato nominato erede testamentario. Si pensa che il progetto sia stato redatto dallo stesso ingegner de’ Bartolomei su bozzetto di Raffaello Pagliaccetti e che i lavori e la messa a punto siano stati poi seguiti dall’architetto Lupi di Teramo. Alla bella e slanciata facciata esterna corrisponde all’interno una piccola aula con copertura a cupola, sormontata questa da una piccola lanterna. Al di sopra del cornicione di coronamento c’è un bel balcone con balaustra coperto da un arco a tutto sesto; ai suoi lati in due nicchie colorate di rosso trovano posto due angeli in cotto. La parte superiore dell’edificio è in mattoni a faccia vista ed è più alta della lanterna che illumina l’interno. All’interno trovano posto un altare e tre belle opere in marmo dell’artista giuliese Raffaello Pagliaccetti, tra cui il busto di Angelo Antonio Cosmo. La buona conservazione ai giorni nostri è dovuta anche ad un restauro effettuato verso la metà degli anni novanta del secolo scorso dal Geom. Filippo Nino Di Ilio (1934-2002) in collaborazione con lo Studio dell’ing. Mario Branella. Nel 1871 venne eretta all’interno della proprietà Cerulli la Chiesetta di Santa Lucia, per la devozione alla Santa nutrita dai coniugi Elena e Serafino Cerulli. Nel 1941 fu restaurata ed abbellita con l’aggiunta alle pareti interne di affreschi decorativi curati dal pittore toscano Ugo Palchetti. La tenuta, alla morte del proprietario Avv. Riccardo Cerulli (1920-2002), è divenuta oggetto di lascito a favore del Comune di Giulianova con il vincolo di ubicarvi un Museo dell’agricoltura; la chiesetta, invece, è divenuta proprietà della limitrofa Parrocchia moscianese di Maria SS.ma degli Angeli, sotto la giurisdizione del Convento dei Santi Sette Fratelli. La Chiesetta ha un’aula unica che termina con una piccola abside la cui parte tondeggiante è dissimulata nella parete posteriore e non visibile dall’esterno; in essa trova posto la zona presbiteriale, sopraelevata di un gradino rispetto al resto. Nonostante che il piccolo edificio sia oggi fatiscente e non agibile, non cessa la devozione dei fedeli della zona che nell’ultima domenica di maggio, nell’ambito dei festeggiamenti in onore della SS. Trinità, fanno egualmente la tradizionale processione assistendo poi alla celebrazione della S. Messa nello spiazzo antistante la chiesetta. Chiesa della Natività di Maria Vergine Siamo giunti ai primi anni del 1900 e a Giulianova Lido sorgeva la Chiesa della Natività di Maria Vergine. Divenuta parrocchia autonoma solo nel 1927, il primo parroco, in carica fino al 1932, fu don Camillo Ottaviani. Ristrutturata nella prima metà degli anni ottanta dello scorso secolo, ha una struttura imponente con copertura a capanna. La piazzetta antistante è intitolata a Don Raffaele Baldassarri (1877-1965), che fu parroco in questa chiesa dal 1° novembre 1934 al 12 gennaio 1960. In un campanile a vela sul lato posteriore sinistro della chiesa trova posto una campana. L’interno è a navata unica che si conclude con un’abside, che contiene il presbiterio in cui trova posto l’altare. In una teca in prossimità dell’altare trova posto la statua della Madonna del Porto Salvo, protettrice dei marinai, particolarmente venerata dai giuliesi. Cappella dell’Istituto Gualandi Nel 1934 veniva inaugurata sulla Via Gramsci la Cappella dell’Istituto Gualandi, all’interno della massiccia struttura che per anni ha ospitato il benemerito Istituto per Sordomuti. Con il successivo utilizzo di un’ala dell’edificio da parte dell’Università di Teramo, la cappella è stata spostata e ridimensionata, ed è oggi aperta liberamente al pubblico per le funzioni liturgiche. Cappella della Villa Gasbarrini Più o meno negli stessi anni sorse a Giulianova Lido la Cappella della Villa Gasbarrini, all’interno della residenza estiva dell’illustre chirurgo Antonio Gasbarrini (1882-1963). Utilizzata solo nel periodo estivo, le funzioni religiose che vi si svolgono sono aperte a tutti i fedeli.
Nel 1951 nasceva la Chiesa di San Giuseppe a Colleranesco, e la sua realizzazione fu possibile grazie alla tenacia di un comitato locale che si fece portatore di un’esigenza sentitissima da parte degli abitanti della contrada ed alla generosità della famiglia Trifoni, che mise gratuitamente a disposizione l’area. Primo reggente della nuova chiesa fu il compianto Padre Serafino Colangeli scomparso il 23 maggio 2009. Assurta ufficialmente a Parrocchia nel 1986, la Chiesa beneficiò di un importante intervento di ampliamento e ristrutturazione all’inizio di questo secolo e fu riaperta al culto nel 2003. L’esterno si presenta con facciata a coronamento orizzontale che ricorda molto quella della Cattedrale di Teramo, al cui centro un bel rosone garantisce luminosità all’interno. Cappella di Casa Maria Immacolata Sorta su un’antica costruzione risalente al 1596, la Cappella di Casa Maria Immacolata fu restaurata e riaperta al culto nel 1956 dal Vescovo di Teramo ed Atri Mons. Stanislao Battistelli (1885-1981) insieme all’intera struttura, resa funzionale come ricettiva alberghiera per essere utilizzata per convegni connessi prevalentemente alle attività diocesane. Si tratta di un raccolto ambiente, all’interno del corpo di fabbrica più antico, ad aula unica priva di abside in cui l’altare maggiore trova posto nella zona presbiteriale, che è sopraelevata di un gradino rispetto alla navata e da essa è separata da una grande arcata a sesto ribassato sostenuta da due colonne. In un’edicola al di sopra del tabernacolo trova posto una bella statua della Madonna. Nel 1959 venne inaugurata la Chiesa del Santo Volto, annessa all’omonimo monastero dei monaci Benedettini Silvestrini, sulla Via Gramsci. Il monastero, nato nel 1953 su una preesistente villa donata dalla famiglia Mancini di Teramo, fu dedicato al Santo Volto per la particolare devozione del suo fondatore, Padre Ildebrando Gregori (1894-1985). La Chiesa si presenta con una bella facciata a capanna in mattone rosso arricchita da due altissime colonne utilizzate come austeri elementi decorativi che danno ancora più slancio all’intera struttura. L’interno della chiesa sobrio ed elegante, ristrutturato e modificato nel 2003, ha un’unica navata e si conclude con un’abside. Questa racchiude l’intera zona presbiteriale sopraelevata di due gradini, dove trovano posto l’altare ed un chorus ligneo. Sulla parete posteriore dell’abside campeggia un’immagine del Volto Santo, resa suggestiva da una sapiente retroilluminazione. Chiesetta di Santa Maria dell’Arco La Chiesetta di Santa Maria dell’Arco si trova nell’agro giuliese. Di proprietà della famiglia teramana dei Giordani fino al 1939, la bella villa cui oggi è annessa fu acquistata da Gaetano Paolone, facoltoso esponente di un’antica famiglia di Mosciano, e mantenuta da suo figlio Filippo fino alla cessione alla famiglia Oliveri nel 2000. Oggi, dopo un ottimo ed elaborato restauro, essa è parte integrante di un complesso ricettivo alberghiero cui è stato dato il nome di “Villa Fiorita”. Da antiche cronache su rileva che nel 1430 in quei pressi sorgeva già una chiesa con lo stesso nome, andata però distrutta. La famiglia Paolone volle edificarne un’altra, quale voto per la protezione richiesta alla Madonna durante la Seconda Guerra Mondiale. La Chiesetta fu ultimata nel 1968 e nella sua costruzione furono utilizzati resti della vecchia Chiesa, come pezzi di colonne ioniche in travertino ed un architrave rinascimentale, rinvenuti anni prima in quei pressi. Oggi la chiesetta si presenta ad aula unica priva di abside; la copertura è a capanna ed in un piccolo campanile a vela trova posto una campana, realizzata nelle famose fonderie di Agnone (Is). L’interno è sobrio ed essenziale. Chiesetta dell’Istituto Castorani Intorno al 1970 sorse la Chiesetta dell’Istituto Castorani nella sede estiva dell’Istituto in fondo al Viale Orsini. La costruzione fu curata dal Geom. Filippo Nino Di Ilio (1934-2000) su un terreno che il Comm. Alfonso Migliori aveva donato nel 1957 all’Istituto Castorani tenuto dalle Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli. Viene utilizzata nel periodo estivo ad uso degli ospiti della Casa e nel mese di maggio per le funzioni mariane ad uso dell’intero quartiere.
Il 29 giugno 1974, dopo dieci anni dalla posa della prima pietra, la Chiesa Madre della Parrocchia della Natività di Maria Vergine viene ufficialmente inaugurata ed intitolata a San Pietro Apostolo. La Chiesa, che nella sua sagoma ricorda una grande vela, venne progettata dall’Arch. Mario Scalpelli di Roma e dall’ing. Sigismondo Montani di Teramo e realizzata dall’impresa edile di Cesare Albani di Giulianova. La pianta è ellittica, per cui le mura perimetrali sono quasi completamente tondeggianti, e la “grande vela” si appoggia ad una slanciata torre campanaria in cemento armato. Nell’unica grande aula della Chiesa le travature e le colonne in cemento armato sono a vista; il presbiterio, ben visibile praticamente da ogni punto della navata, è sopraelevato di un gradino rispetto al resto e l’altare è rialzato di un altro gradino. Cappella della Piccola Opera Charitas Tra il 1970 ed il 1980, al centro del nuovo corpo di fabbrica della Piccola Opera Charitas, simbolicamente ad indicarne il "motore propulsore", in via Scarafoni a Giulianova Paese, veniva ricavato lo spazio per un'ampia e moderna Cappella affidata alla "Madonna della Tenerezza", presente in una preziosa icona che si pensa risalga alla seconda metà del XVII secolo. Si tratta di un'aula unica priva di abside, la cui zona presbiteriale, sopraelevata di un gradino rispetto al resto, ha alle spalle una bella vetrata policroma opera di Padre Ugolino da Belluno (1919-2002). Entrando nella chiesetta si viene inevitabilmente attratti da una grande immagine di padre Serafino Colangeli (1923-2009) colto in un momento di meditazione, apposta sulla parete di destra: il fondatore della Piccola Opera Charitas in umiltà e devozione in ginocchio nella Casa di Dio profonde intenso calore interiore. Uno splendido Crocefisso bronzeo, opera dell'artista giuliese Gigino Falconi e due tele a tema religioso dell'artista veneziana Serena Nono contribuiscono ad arricchire la suggestione del luogo sacro. Un bellissimo organo meccanico a canne della "Bottega di Arte Organaria Ponziano Bevilacqua" occupa infine praticamente tutta la parete di fronte all'altare. La chiesetta è aperta per la liturgia settimanale. Chiesa di S. Gabriele dell’Addolorata Il 12 aprile 1980 viene inaugurata nel quartiere Annunziata la Chiesa di S. Gabriele dell’Addolorata. La Parrocchia di cui fa parte è quella dell’Annunziata, che prima di questa aveva come chiesa di riferimento la bellissima ed antica Chiesa di Santa Maria a Mare. L’interno è ad aula unica molto ampia, al termine della quale si trova, sopraelevata, la zona presbiteriale. Lo stile è sobrio e moderno ed ogni arredo, modesto o prezioso che sia, è stato donato dai fedeli devoti.
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