Giulianova,
in provincia di Teramo, 23.606 abitanti nel 2011, può vantare una storia davvero antichissima. Trova
infatti le sue radici in una cittadella romana fortificata che si chiamava
Castrum Novum fondata probabilmente intorno al 300 a.c. su un insediamento
preesistente, forse abitato dai Piceni.
Dotata di un porto
fluviale sul Batinus (Tordino) e situata in un luogo
strategico dove la strada litoranea adriatica si
incontrava con una diramazione della Via Salaria che
consentiva di collegarsi a Roma, divenne ben presto un
importante centro commerciale ed un ambito presidio
militare.
In età bizantina il nome
viene modificato in Kastron Nobo, come si legge
in qualche cartina dell’epoca, e dopo aver subito
ripetuti saccheggi dovuti ad assalti dal mare, intorno
all’anno 1.000 il centro abitato si spostò più verso la
parte collinare, più sicura e più difendibile, cambiando
il proprio nome in Castel San Flaviano in
conseguenza del fatto che nel 1004 sulle sue rive erano approdate le reliquie
del Santo Vescovo di Costantinopoli, San Flaviano
appunto, forse durante un naufragio mentre esse venivano
traslate da Costantinopoli a Ravenna per volere della
Imperatrice Galla Placidia.
Nel 1460 nei pressi del
fiume Tordino ci fu una violentissima battaglia tra
Aragonesi ed Angioini, a seguito della quale fu messa a
ferro e fuoco tutta la zona. Questo indusse il
feudatario Giulio Antonio Acquaviva, Duca di Atri e
Conte di Conversano, a ricostruire il centro abitato,
stavolta in cima alla vicina collina, dove c’era la
possibilità di proteggerla con mura. La nuova città, la
cui nascita si vuole datare al 20 gennaio 1470, si
chiamò Giulia, dal nome del suo fondatore, e fu
munita di mura fortificate e di alte torri. Seppure più
sicura, la città subì egualmente saccheggi nei secoli.
Nel 1596 e nel 1708 subì l’assalto dei Lanzichenecchi e
nel 1798 quello dei Francesi, e durante la permanenza di
questi, precisamente nel 1799, fu incendiato l’intero
archivio degli Acquaviva, andando distrutta una quantità
enorme di documenti riguardanti le nostre radici.
Dopo la breve parentesi
francese Giulia tornò sotto il dominio borbonico fino
all’Unità d’Italia. E proprio da Giulianova, il 15 ottobre
1860, passò il Re Vittorio Emanuele II quando fece il suo
ingresso nell’ex regno borbonico, prima di andare ad
incontrare Giuseppe Garibaldi a Teano e sancire
l’auspicata unificazione; in ricordo di questa visita
resta un monumento che si erge in Piazza Belvedere,
realizzato dallo scultore locale Raffaello Pagliaccetti
(1839-1900).
Da allora il nome della città ha subito delle
involuzioni ed è passato gradatamente da Giulia
o Julia a Giulia Nuova, poi
a Giulia Nova ed infine a Giulianova.
E la
storia di Giulianova, come in tutte le civiltà
occidentali, passa inevitabilmente per le sue chiese. Alcune sono oggi veri e propri
monumenti, altre sono belle e funzionali, altre ancora
semplicemente vecchie, ma assolutamente ricche di fascino. Tutte
testimoni silenziose della nostra storia.