L’Eremo di San
Nicola di Corno (o di San Niccolò a Corno) si trova su un pianoro a
circa m.1100 s.l.m. alle spalle del centro abitato di
Casale San Nicola, una frazione di
Isola del Gran Sasso. Alle pendici del “paretone” del massiccio del Gran
Sasso d’Italia, dell’antica struttura conventuale sono ancora visibili solo
alcuni resti, mentre la chiesa è tenuta in buona cura dai devoti. E’
raggiungibile solo a piedi dal paese in 30/45 minuti, tramite almeno due
sentieri, quello meno ripido dei quali è consigliato per l’andata e l’altro per
il ritorno in paese, percorrendo così, a conclusione, il cosiddetto Anello di
San Nicola. E’ realizzata in pietra e si presenta con fronte quadrato e
tetto a capanna. L’ingresso è costituito da un portale un tempo ad arco
ribassato ed oggi ad architrave piano, ottenuto questo rimettendo in opera un
antico concio in pietra. Fonti camaldolesi (Nuovo Atlante Storico Geografico
Camaldolese, INEA, 2012, che a p.321 parla appunto dell’Eremo) dicono che il
primo documento che cita San Nicola di Corno è una Donatio pro anima del
10 febbraio 1055 rogata per mano di Notar Pannutius con la quale due
signori del luogo, Corello di Cresidio e Morello di Sansone, donarono 600 moggi
di terreno attorno alla chiesa ed all’eremo di S.Nicola al Priore Bampono e a
tutti gli eremiti.
In un decoro
sovrastante il portale si legge “Restaurata A.D. 1547”, ma si ha traccia almeno
di altre due ristrutturazioni, avvenute nel 1963 e nel 2005. L’interno è a
navata unica coperta con capriate a vista e sulle pareti della sagrestia,
ottenuta utilizzando la parte più prossima all’abside dell’antica chiesa, si
possono ancora vedere le tracce di alcuni affreschi ormai quasi completamente
deteriorati. La zona presbiteriale è separata dalla navata da un arcone a tutto
sesto. Sull’altare c’è una composizione di 24 formelle in ceramica di
Castelli apposte lì nel 1988, che complessivamente raffigurano un dipinto
attribuito al ceramista Nicola Cappelletti (1691-1767) celebrante due miracoli
di San Nicola, conservato nella chiesetta più a valle che sovrasta il centro
abitato. Il cartello apposto dall’Archeoclub nei pressi dell’Eremo riporta, tra
le altre, le seguenti notizie storiche: “Nei pressi della chiesa si distinguono
ancora i ruderi dell’antico monastero di S. Niccolò a Corno, abbandonato da
diversi secoli, noto soprattutto per la fama di San Pier Damiani, suo fondatore
e del Beato Placido da Roio, che vi soggiornò per circa un anno. L’Eremo
dipendeva dal monastero
camaldolese di
S. Croce di Fonte Avellana e quando questa Badia nel 1393 passò in commenda
S. Niccolò cominciò una lenta decadenza, tanto che i suoi monaci furono
costretti a trasferirsi nel vicino monastero di
S. Salvatore di Fano a Corno.” Il convento era tenuto dai monaci camaldolesi
e si fa risalire la sua costruzione a poco dopo l’anno 1000, mentre la chiesa
sarebbe stata addirittura preesistente. Il 6 gennaio 1570, un anno dopo la
soppressione della Congregazione Avellanita, passa sotto le dipendenze di San
Michele di Murano (Venezia), abbracciandone la riforma camaldolese. L’Eremo
viene soppresso nel 1652 da Papa Innocenzo X (1644-1655).
Sul piazzaletto
antistante l’Eremo è collocata una statua della Madonna che, benedetta a
Medjugorje, è stata donata da un Parroco della zona. Da qui in cinque minuti di
cammino verso est è possibile arrivare sulla sommità del Colle di San Nicola, da
cui si gode una visuale di incredibile bellezza, con alle spalle la catena
montuosa del Gran Sasso e di fronte la distesa della Valle Siciliana fino al
mare.
Lungo il sentiero
più ripido ci si imbatte nella Sorgente dell’Acqua Santa (o Sorgente di
San Nicola), la cui acqua è ritenuta salutare per il mal di testa, e, prima
ancora, in una edicola votiva lignea contenente un bel Crocefisso, anch’esso
donato dal Parroco.
Per arrivarci da
Teramo (vedi
mappa): occorre arrivare a
Isola del Gran Sasso o per mezzo della S.S. 150, o per mezzo dell’Autostrada
A 24; da qui una comoda strada conduce alla frazione di Fano a Corno e poi a
Casale San Nicola. Lasciata l’auto nella piazzetta antistante l’ottimo
Albergo-Ristorante "Casale", ci si avvia a piedi seguendo uno dei due sentieri
possibili, ampiamente segnalati.