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Caduti

del mare

 

 

L'affondamento

del "Freccia Nera"

di Giulianova (Te)

 

- Naufragio misterioso

- Un altro peschereccio

- Il "Freccia Nera" torna a galla

- Conferenza stampa

- Un centro per i soccorsi

- Il mare ridà il corpo di Giorgio

- L'addio a Giorgio

- Solidarietà

- La perizia

- Il contenuto della perizia

- Si riapre il caso

 

 

 

mercoledì 10 maggio 1995

 

 

Uno speronamento, oppure un’esplosione a bordo o la rete incagliata. Un solo corpo recuperato

DUE MORTI, NAUFRAGIO MISTERIOSO

Il “Freccia Nera”, di Giulianova, si inabissa a otto miglia dalla costa

di Francesco Marcozzi

 

GIULIANOVA - Due pescatori giuliesi, padre e figlio, sono morti in un'altra tragedia che ha funestato la marineria abruzzese. Dopo l'affondamento del "Corrado" a Vasto, è stato il "Freccia nera", un piccolo peschereccio di otto tonnel­late di stazza, ad inabissarsi a circa otto miglia a largo di Giulianova, nella zona di mare dove opera la piattaforma per le ricerche petrolifere "Squalo". Lorenzo Serafini, di 71 anni, è morto ed il corpo è stato ripescato ieri pomeriggio da una motovedetta della Capitaneria di Porto. Il figlio, Giorgio, di 43 anni, imbarcato con il padre, risulta ufficialmente disperso ma, secondo gli inquirenti, giace in fondo al mare, ad una profondità di circa sessanta metri, imprigionato nel relitto del peschereccio. Motovedette ed elicotteri della Capitaneria, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con l'ausilio del sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Teramo, hanno sospeso le ricerche ieri sera con il sopraggiungere dell'oscurità ma riprenderanno questa mattina. Il "Freccia nera", come detto, è stato localizzato ma oggi giungerà da Roma un robot munito di ecoscadaglio, che fornirà con esattezza il punto in cui la barca si è inabissata, facilitando il compito dei sommozzatori.

Sul perché dell'affondamento del natante per ora si avanzano soltanto delle ipotesi. Scartata quella dello speronamento (sul corpo di Lorenzo Serafini non è stata notata nemmèno una scalfittura) la più probabile è quella di dell'incidente. Si pensa che il "Freccia nera", mentre era intento alle operazioni di pesca, sia finito con le reti a strascico contro un banco di fango sotterraneo, quello che i marinai chiamano "presura". Da bordo hanno cercato di disincagliare le reti "forzando" il motore ma un brusco scarto della barca potrebbe aver determinato l'inabissamento della poppa e lo scafo, imbarcando acqua, sarebbe stato trascinato inesorabilmente sul fondo. Lorenzo Serafini doveva trovarsi sul ponte ed avrebbe fatto in tempo a gettarsi in mare, mentre Giorgio, che forse dormiva sotto coperta, sarebbe rimasto imprigionato nella trappola mortale del peschereccio affondato. Lorenzo Serafini, vecchio lupo di mare, avrebbe poi cominciato a nuotare, dopo essersi liberato degli stivali e dei pantaloni, sinché le forze non lo hanno abbandonato e sopraffatto anche dal terribile dolore di non vedere riemergere il figlio.

Quando è stato ripescato dagli uomini della Capitaneria, Lorenzo Serafini aveva addosso il costume, i calzini, una maglia di cotone e sopra una maglia di lana pensante. Il corpo non presentava i segni tipici della persona morta per annegamento, non era gonfio e ai bordi della bocca non presentava il caratteristico "fungo". Invece era molto scuro per cui si è portati a credere che il poveretto sia morto per infarto, determinato dal freddo, dalla stanchezza e dal dolore per la sorte del figlio. Questa mattina sarà effettuata l'autopsia per accertare le cause della morte.

Il "Freccia nera" era partito con i due uomini a bordo nella mattinata di ieri l'altro. Lorenzo aveva salutato la moglie Concetta con queste parole: “Torneremo nel pomeriggio ma se troviamo pesce in serata o al massi­mo domani mattina». E ieri mattina, sulla banchina, Concetta era andata per attendere il ritorno dei con­giunti. Nel porto rientravano uno alla volta tutti gli al­tri pescherecci che non fanno la pesca d'altura e da bordo, alla donna che chiedeva notizie di suo marito e di suo figlio, rispondevano di non aver visto il "Freccia nera". La donna si è allarmata, ha avvisato la Capitaneria di Porto e poi subito sono partite le ricerche.

L'ultimo ad aver visto vivo Lorenzo Serafini è stato il fratello gemello Giuseppe, che, con il figlio Straniero, era intento allo stesso tipo di pesca. Erano le 13,30 di lunedì. Poi il mare ha restituito una cassetta ancora piena di viveri, un frigorifero e parte delle reti di pesca del "Freccia Nera" e l'equipaggio di una tonnara ha notato una grossa chiazza d'olio nella zona dell'affondamento.

 

 

anno 1995                                          avanti

 

 

 

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