LA TRAGEDIA DEL «FRECCIA NERA»
Dopo la tragedia del Freccia Nera, parlano i parenti delle vittime
Un
centro per i soccorsi
La
famiglia Serafini sollecita interventi
«La morte di Lorenzo e Giorgio Serafini scomparsi nella tragedia del
Freccia Nera dovrà far riflettere sulla carenza di mezzi per
soccorsi in mare immediati. Speriamo che questo tragico episodio
possa consentire l'organizzazione di un centro di soccorso a
recupero sottomarino idoneo ad operare negli alti fondali». E'
quello che si auspicano i familiari delle due vittime che ieri hanno
tenuto una conferenza stampa per ringraziare quanti sono stati loro
vicini e si sono dati da fare per le operazioni di recupero
dell'imbarcazione, che si è inabissata 1'8 maggio scorso a 12
miglia e mezza dalla costa giuliese, ad una profondità di 81 metri.
Un incontro che è stata l’occasione per affrontare nuove questioni.
Alla conferenza stampa di ieri erano presenti i cognati di Giorgio,
il cui corpo non è stato ancora restituito dal mare, Sergio Braga,
Francesco Mosca e Giancarlo Prezioso ed il fratello Miro ancora
provato dalla vicenda. «Siamo convinti che veramente è stato fatto
tutto il possibile per cercare di recuperare il corpo di Giorgio»,
ha spiegato Francesco Mosca, «ma non è stato sufficiente a risolvere
il nostro problema. Ci rivolgiamo soprattutto ai nostri politici
affinchè si attivino e si adoperino per ottenere che, non dico la
nostra città e neanche la nostra regione, ma almeno il mare
Adriatico ed il mar Tirreno siano dotate ciascuno di attrezzature
adeguate a lenire il dolore di chi vive nel mare e del mare, così
generoso ma a volte così crudele».
Un centro di soccorso
per far fronte
alla
carenza di strutture potrebbe
risolvere tanti problemi. Infatti, l'Italia, essendo un Paese di
mare, secondo i famigliari non ha delle strutture adeguate per
intervenire in situazioni di questo genere. Nel caso della famiglia
Serafini si è dovuta mobilitare la Marina e le procedure
burocratiche non sono certamente le più snelle. «Il nostro
pensiero», ha aggiunto Mosca, «va a chi si è trovato prima di noi
nella stessa situazione. E vogliamo che disgrazie del genere non si
ripetano mai più». I familiari hanno rivolto un ringraziamento
particolare all'amministrazione comunale, tutte le autorità, le
forze dell'ordine, all'avvocato Lucia Umile, al parlamentare Franco
Gerardini ed in particolar modo alla marineria giuliese, che in un
primo momento aveva tentato con i propri mezzi il recupero del
peschereccio. Per quanto riguarda l'inchiesta sull'affondamento del
Freccia Nera, i famigliari delle due vittime attendono la procedura
seguita dalla magistratura di Teramo. Non escludono però la
possibilità di nominare un perito di parte per le ispezioni sullo
scafo.
«Non cerchiamo dei colpevoli», ha concluso Francesco Mosca, «ma
vogliamo che venga scoperto cosa sia realmente successo la sera
dell'8 maggio. Abbiamo molta fiducia nella magistratura». Intanto,
ieri nel primo pomeriggio alcune imbarcazioni della flottiglia di
Giulianova hanno raggiunto il luogo in cui è affondato il
peschereccio di Lorenzo e Giorgio Serafini. E' stata gettata tra le
onde una corona in memoria di Giorgio, inghiottito dal mare e il cui
corpo non è stato ancora restituito.