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Caduti

del mare

 

 

L'affondamento

del "Freccia Nera"

di Giulianova (Te)

 

- Naufragio misterioso

- Un altro peschereccio

- Il "Freccia Nera" torna a galla

- Conferenza stampa

- Un centro per i soccorsi

- Il mare ridà il corpo di Giorgio

- L'addio a Giorgio

- Solidarietà

- La perizia

- Il contenuto della perizia

- Si riapre il caso

 

Freccia Nera sulla banchina dopo il recupero

 

 

 

domenica 28 maggio 1995

 

 

LA TRAGEDIA DEL «FRECCIA NERA»

Dopo la tragedia del Freccia Nera, parlano i parenti delle vittime

Un centro per i soccorsi

La famiglia Serafini sollecita interventi

di Lino Nazionale

«La morte di Lorenzo e Giorgio Serafini scomparsi nella tragedia del Freccia Nera dovrà far riflettere sulla carenza di mezzi per soccorsi in mare immediati. Speriamo che questo tragico episodio possa consentire l'organizzazione di un centro di soccorso a recupero sottomarino idoneo ad operare negli alti fondali». E' quello che si auspicano i familiari delle due vittime che ieri hanno tenuto una conferenza stampa per ringraziare quanti sono stati loro vicini e si sono dati da fare per le operazioni di recupero dell'imbarcazione, che si è inabissata 1'8 maggio scorso a 12 miglia e mezza dalla costa giuliese, ad una profondità di 81 metri. Un incontro che è stata l’occasione per affrontare nuove questioni. 

Alla conferenza stampa di ieri erano presenti i cognati di Giorgio, il cui corpo non è stato ancora restituito dal mare, Sergio Braga, Francesco Mosca e Giancarlo Prezioso ed il fratello Miro ancora provato dalla vicenda. «Siamo convinti che veramente è stato fatto tutto il possibile per cercare di recuperare il corpo di Giorgio», ha spiegato Francesco Mosca, «ma non è stato sufficiente a risolvere il nostro problema. Ci rivolgiamo soprattutto ai nostri politici affinchè si attivino e si adoperino per ottenere che, non dico la nostra città e neanche la nostra regione, ma almeno il mare Adriatico ed il mar Tirreno siano dotate ciascuno di attrezzature adeguate a lenire il dolore di chi vive nel mare e del mare, così generoso ma a volte così crudele».

Un centro di soccorso per far fronte alla carenza di strutture potrebbe risolvere tanti problemi. Infatti, l'Italia, essendo un Paese di mare, secondo i famigliari non ha delle strutture adeguate per intervenire in situazioni di questo genere. Nel caso della famiglia Serafini si è dovuta mobilitare la Marina e le procedure burocratiche non sono certamente le più snelle. «Il nostro pensiero», ha aggiunto Mosca, «va a chi si è trovato prima di noi nella stessa situazione. E vogliamo che disgrazie del genere non si ripetano mai più». I familiari hanno rivolto un ringraziamento particolare all'amministrazione comunale, tutte le autorità, le forze dell'ordine, all'avvocato Lucia Umile, al parlamentare Franco Gerardini ed in particolar modo alla marineria giuliese, che in un primo momento aveva tentato con i propri mezzi il recupero del peschereccio. Per quanto riguarda l'inchiesta sull'affondamento del Freccia Nera, i famigliari delle due vittime attendono la procedura seguita dalla magistratura di Teramo. Non escludono però la possibilità di nominare un perito di parte per le ispezioni sullo scafo.

«Non cerchiamo dei colpevoli», ha concluso Francesco Mosca, «ma vogliamo che venga scoperto cosa sia realmente successo la sera dell'8 maggio. Abbiamo molta fiducia nella magistratura». Intanto, ieri nel primo pomeriggio alcune imbarcazioni della flottiglia di Giulianova hanno raggiunto il luogo in cui è affondato il peschereccio di Lorenzo e Giorgio Serafini. E' stata gettata tra le onde una corona in memoria di Giorgio, inghiottito dal mare e il cui corpo non è stato ancora restituito.

 

 

 

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