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L'affondamento

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di Giulianova (Te)

 

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mercoledì 30 agosto 1995

 

 

Freccia Nera: Cerimonia di addio in mare

 

 

ALLA CERIMONIA FUNEBRE ERA PRESENTE TUTTA LA CITTA' COMMOSSA PER LA TRAGEDIA

A GIORGIO L'ADDIO DI GIULIANOVA

Probabilmente il corpo era rimasto incagliato al largo

 

GIULIANOVA. C'era tanta gente al funerale di Giorgio Serafini, il marinaio di Giulianova ritrovato domenica sera dopo quasi quattro mesi dall'inabissamento del motopeschereccio "Freccia Nera". Ieri pomeriggio il duomo di San Flaviano era stracolmo di gente. I volti dei familiari di Giorgio erano distrutti. Erano mesi che aspettavano il ritrovamento del corpo del loro amato Giorgio. Un corpo sul quale piangere e al quale dare una sepoltura vicino a quello del padre Lorenzo, morto anche lui quel maledetto 8 maggio a dodici miglia dalla costa di Giulianova. La messa funebre è stata ce­lebrata da don Domenico Panetta.

Toccante e realista l'omelia di don Domenico che ha ricordato Giorgio come un uomo amato da tutti, sia dai suoi familiari sia dai tanti amici che ieri sono intervenuti a dargli l'estremo saluto. Alla messa funebre hanno partecipato anche alcuni esponenti dell'Amministrazione comunale, come il sindaco di Giulianova Giancarlo Cameli e il vice-sindaco, Pierangelo Guidobaldi. Presenti anche Walter Graziani, membro della Direzione generale Pesca e Acqua del Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali e Vincenzo Staffilano, responsabile della Castrum Pesca di Giulianova.

Al termine della celebrazione religiosa, il feretro è stato trasportato a spalla da alcuni amici e parenti. Un gruppo di ragazzi del Circolo pattinaggio Castrum di Giulianova si sono messi a capo del corteo funebre e hanno accompagnato la bara dell'uomo fino al cimitero di Giulianova. E’ lì che Giorgio è stato sepolto. Vi­cino al corpo del padre, vittima anche lui di quel maledetto inabissamento del motopeschereccio “Freccia Nera", di loro proprietà, avvenuto 1'8 maggio scorso. Il mare, però, restituì il corpo di Lorenzo il pomeriggio dopo l'incidente. Per il corpo di Giorgio, invece, la moglie e i suoi due figli, insieme a tutti gli altri amici e familiari, hanno atteso quasi quattro interminabili mesi.

Subito dopo il ritrovamento c'è stata qualche perplessità nel riconoscere Giorgio nel corpo di quell'uomo. A causa della lunga permanenza in acqua, la vittima era irriconoscibile. E' stata la protesi dentaria a dare la certezza che il corpo dell'uomo trovato a nove miglia di distanza dalla costa di Roseto fosse proprio quello di Giorgio Serafini. Un luogo nemmeno tanto distante dal punto dell'inabissamento. Giorgio, infatti, è stato ritrovato a circa tre miglia ad occidente dal punto dell'affondamento del motopeschereccio. Si ipotizza che il corpo sia rimasto incagliato.

 

 

 

 

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