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Caduti

del mare

 

 

L'affondamento

del "Freccia Nera"

di Giulianova (Te)

 

- Naufragio misterioso

- Un altro peschereccio

- Il "Freccia Nera" torna a galla

- Conferenza stampa

- Un centro per i soccorsi

- Il mare ridà il corpo di Giorgio

- L'addio a Giorgio

- Solidarietà

- La perizia

- Il contenuto della perizia

- Si riapre il caso

 

Il Freccia Nera dopo il recupero dal naufragio

 

 

sabato 11 novembre 1995

 

 

Giulianova. Rimessa in Tribunale la perizia sul naufragio in cui perirono Lorenzo e Giorgio Serafini

Freccia nera, doppio omicidio

Un altro natante agganciò le reti del peschereccio giuliese

Ora s’indaga per risalire all’imbarcazione che causò la tragedia

 

GIULIANOVA - Il Freccia Nera non è affondato. L'hanno affondato. Non è stato il mare a tradire il piccolo peschereccio giuliese uscito dal porto il 9 maggio e mai più tornato. E' stato un altro peschereccio. E non sono state le onde dell' Adriatico ad uccidere Lorenzo e Giorgio Serafini ma i potentissimi motori di un'altra barca, che avrebbero agganciato con la propria rete quella del Freccia Nera, tirandola a fondo. Sarebbe quella dell'incidente di pesca, dunque, l'ipotesi considerata più probabile dall’ingegnere marittimo Fausto Pataccini, incaricato dalla Procura della Repubblica di effettuare la perizia tecnica sul peschereccio. Dopo mesi e mesi di indagini, di verifiche, di prove in laboratorio e di ricostruzioni al computer, l'ingegnere anconetano ha rimesso, ieri mattina, la perizia sul tavolo del sostituto procuratore Paolo Pompa, titolare dell'inchiesta.

Ora sulla scrivania del magistrato c'è un fascicolo con una sola risposta ma che apre la possibilità a mille altre domande. Qual'era il peschereccio che ha affondato le reti del Freccia Nera? Perché nessuno si è accorto di quanto stava accadendo? E' possibile che un groviglio di reti così potente da tirare a fondo il Freccia Nera non sia stato neanche avvertito dell’altro peschereccio? E se qualcuno ha visto e sentito perché non è stato lanciato l'allarme? Mille domande senza risposte perché ora saranno le decisioni che prenderà il magistrato a stabilire se l'inchiesta deve andare avanti. Anche se potrebbe non essere facile scoprire da dove fosse partita la barca che a dodici miglia dalla costa, incrociò le reti del Freccia Nera.

Tecnicamente, secondo quelli che potrebbero essere le risultanze della perizia, potrebbe essere avvenuto un incastro tra i divergenti delle reti, cioè tra i tiranti metallici che servono a tenere le reti dello strascico sott'acqua e ben aperta, i "divergenti" del Freccia Nera e quelli dell'altro peschereccio potrebbero essersi incastrati facendo in modo che le seconda barca più potente di quella giuliese abbia tirato a fondo il Freccia Nera con una tale rapidità che i Serafini, padre e figlio, non riuscirono neanche a dare l'allarme.

Quella dell'incidente di pesca era stata la prima ipotesi immediatamente dopo la sciagura. Ma erano state ventilate anche altre possibili soluzioni all'enigma ma nessuna percorribile in realtà come quella del sommergibile di passaggio o del relitto agganciato dalle reti, poi scartate e gli sforzi della Procura si erano concentrati sull'ipotesi di un naufragio causato da un "elemento mobile" sottomarino. Il Freccia Nera affondò in pochissimi secondi, Lorenzo Serafini morì nuotando nel tentativo di arrivare in porto, mentre suo figlio Giorgio è stato restituito al mare soltanto dopo diversi mesi.

 

 

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