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L'affondamento

del "Freccia Nera"

di Giulianova (Te)

 

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Freccia Nera sulla banchina dopo il recupero

 

 

mercoledì 24 maggio 1995

 

 

GIULIANOVA / Il peschereccio naufragato è stato agganciato nella tarda serata di ieri

Il «Freccia nera» torna a galla

In nottata l’accertamento sulla presenza a bordo del corpo di Serafini

di Gino Consorti

 

TERAMO - Dopo sedici lunghi giorni di estenuante attesa, nella tarda serata di ieri è stato finalmente agganciato e riportato in superficie il «Freccia Nera», il peschereccio della flottiglia di Giulianova inabissatosi a dodici miglia dalla costa e all'interno del quale si trova presumibilmente imprigionato il corpo di Giorgio Serafini. Nel corso delle operazioni di recupero, prolungatesi sino a notte fonda, i sommozzatori che hanno ispezionato esteriormente il relitto non hanno comunque trovato alcuna traccia del marittimo disperso.

La giornata era iniziata alle prime luci dell'alba, quando le navi militari «Proteo» (su cui era posizionata la campana iperbarica), «Vieste» (con a bordo il robot filoguidato Pluto) e il rimorchiatore d'altura «Saturno», avevano raggiunto le boe alle quali si trovavano agganciati i tiranti del «Freccia Nera». La prima fase dell'operazione di recupero ha visto impegnato «Pluto» , che ha raggiunto gli 81 metri di profondità per filmare nuovamente il relitto. Una volta in superficie, le immagini raccolte dal robot sono state visionate con attenzione dai sommozzatori del gruppo subacqueo del «Comsubin» di La Spezia, che hanno preparato sulla «carta» l'intervento.

A quel punto, in attesa dell'arrivo del pontone «Micoperi 12» (una particolare imbarcazione attrezzata per il recu­pero dei relitti) partito poco dopo le otto di ieri mattina dal porto di Ortona, sono iniziate le manovre per posizionare la nave «Proteo» sulla verticale del peschereccio giuliese. A causa della corrente l'operazione, che si è rivelata particolarmente difficoltosa, si è protratta per circa tre ore e mezza. Finalmente, poco dopo le 16, grazie all'intervento del rimor­chiatore «Saturno», è stata raggiunta l'esatta posizione. Alle 17,25 è stata calata in mare la camera iperbarica con all'interno due sommozzatori, che in poco più di un'ora hanno «imbracato» il «Freccia Nera». L'ultimo intervento è stato quindi affidato al «pontone», arrivato in zona attorno alle 19,15. Ancora novanta minuti di intervento e i cavi dell'imbracatura sono stati agganciati al “Micoperi 12”, che ha iniziato le operazioni di recupero. Quest’ultima fase si è svolta praticamente al buio con i soli fari delle imbarcazioni militari ad illuminare lo specchio d’acqua dove si trovava posizionato il pontone.

La lunga attesa è stata seguita sin dalle prime ore dal fratello di Giorgio Serafini, Vladimiro e dal cugino, Straniero Serafini, arrivati sul posto a bordo di un motoscafo privato. Interminabili ore passate prima sotto il sole e poi con la brezza che sferzava i volti induriti dal dolore. Nel porto di Giulianova, invece, il figlio di Giorgio, Lorenzo, a bordo di uno scooter ha più volte raggiunto la punta estrema della banchina fissando con sguardo malinconico il punto in cui il cielo sembra confinare con il mare. Quel mare che in pochi attimi gli ha portato via per sempre il padre ed il nonno.

 

 

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