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Caduti

del mare

 

 

L'affondamento

del "Freccia Nera"

di Giulianova (Te)

 

- Naufragio misterioso

- Un altro peschereccio

- Il "Freccia Nera" torna a galla

- Conferenza stampa

- Un centro per i soccorsi

- Il mare ridà il corpo di Giorgio

- L'addio a Giorgio

- Solidarietà

- La perizia

- Il contenuto della perizia

- Si riapre il caso

 

Freccia Nera: Gran Pavese in occasione della festa della Madonna del Porto Salvo

 

 

giovedì 11 maggio 1995

 

 

NAUFRAGIO / Un nipote di Lorenzo Serafini crede nella tesi delle reti imbrigliate

Accuse ad un altro peschereccio

Il “Freccia Nera” localizzato a 11 miglia; a bordo il corpo di Giorgio?

di Gino Consorti

 

TERAMO - Si trova su un fondale a 81 metri di profondità il relitto del «Freccia Nera», il motopeschereccio affondato tre giorni fa in circostanze ancora misteriose. A questo punto i soccorritori ritengono che il corpo di Giorgio Serafini, figlio di Lorenzo, la cui salma era stata recuperata martedì pomeriggio a circa 8 miglia dalla costa, si trovi imprigionato nell'imbarcazione.

Ad individuare il «Freccia Nera» sono stati l'«Urania», una sofisticata imbarcazione del Cnr dotata si sensori e il motopeschereccio «La Romana», della flottiglia giuliese. Quest'ultimo, poco dopo le 14 di ieri, ha agganciato con un'ancora i cavi del relitto. Quindi, dopo aver messo in tensione i cavetti d'acciaio, l'imbarcazione è stata bloccata in corrispondenza del «Freccia Nera», in modo da consentire ai soccorritori il rilevamento delle esatte coordinate. Successivamente nella zona del ritrovamento ha eseguito i rilievi anche l'ecoscandaglio «Falco 300», una sofisticata apparecchiatura in dotazione alla sezione dei Vigili del Fuoco di Santa Marinella (Roma), che, munita di telecamera e sonar, è in grado di ispezionare un raggio di 150 metri.

A questo punto, vista l'estrema profondità del mare nel punto in cui è stato individuato il relitto, le operazioni di soccorso, coordinate dalle capitanerie di porto di Pescara e Giulianova, vengono a trovarsi dinanzi a due problemi di ordine tecnico: l'operatività dei sommozzatori che arriva fino a 50 metri e il reperimento di macchinari e strutture idonee per intervenire. Per questo la Marina Militare ha inviato sul posto l'unità «Vieste» che, attraverso congegni elettronici, consentirà di ispezionare il relitto.

Oggi pomeriggio, intanto, alle ore 4, si terrà una conferenza stampa presso la Capitaneria di Porto di Giulianova, nel corso della quale verrà fatto il punto sui tre giorni di ricerche. Per quanto concerne il ventaglio delle ipotesi avanzate sul misterioso affondamento, ieri si è registrata una «pesante» dichiarazione del nipote di Lorenzo, Straniero Serafini. Il marittimo giuliese ha detto che, sulla scorta di alcuni elementi, risulterebbe chiara la responsabilità di un peschereccio che, dopo essersi impigliato nelle reti, avrebbe ribaltato il «Freccia Nera». Lorenzo Serafini, che si trovava in coperta, avrebbe avuto la possibilità di buttarsi in mare, mentre il figlio Giorgio, che presumibilmente stava dormendo, sarebbe rimasto imprigionato. Alla luce di quanto dichiarato da Straniero Serafini, nel pomeriggio di ieri i Carabinieri della Compagnia di Giulianova hanno raccolto le affermazioni del marittimo giuliese.

Al momento, comunque, gli inquirenti non vogliono sbilanciarsi sulle cause dell'affondamento. Si vuole attendere prima il ritrovamento dell'imbarcazione, in modo da avere un quadro completo. L'autopsia effettuata ieri dall'anatomopatologo Giuseppe Sciarra ha intanto accertato che Lorenzo Serafini è morto per asfissia da annegamento. Il decesso sarebbe avvenuto tra le due e le quattro di lunedì mattina. L'uomo, una volta in mare, avrebbe nuotato a lungo nel tentativo di salvare il figlio. Poi, sopraffatto dalla stanchezza e dal freddo, avrebbe perso i sensi rimanendo vittima delle onde.

 

 

 

 

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