HOME

Caduti

del mare

 

 

L'affondamento

del "Freccia Nera"

di Giulianova (Te)

 

- Naufragio misterioso

- Un altro peschereccio

- Il "Freccia Nera" torna a galla

- Conferenza stampa

- Un centro per i soccorsi

- Il mare ridà il corpo di Giorgio

- L'addio a Giorgio

- Solidarietà

- La perizia

- Il contenuto della perizia

- Si riapre il caso

 

Freccia Nera in processione durante la festa della Madonna del Porto Salvo

 

 

domenica 28 gennaio 1996

 

 

Giulianova. Depositata la richiesta di supplemento di indagini dalle vedove Serafini

Si riapre il caso del Freccia Nera

Censurato il comportamento dei marinai dell’Arcadia: “Avvertirono troppo tardi”

di Francesco Marcozzi

 

GIULIANOVA - «Si chiede che sia disposto un supplemento di perizia ed un ulteriore approfondimento delle indagini e siano sentite le persone che possono essere a conoscenza dei fatti»: è quanto l'avvocato giuliese Lucia Umile chiede al Procuratore di Teramo, Barrasso, in merito al naufragio del motopeschereccio Freccia nera a nome e per conto delle vedove di Lorenzo e Giorgio Serafini, i due marittimi che persero la vita nell'affondamento del natante. L'avvocato Umile ha, dunque, riletto attentamente perizie e verbali e ritiene, nel suo esposto, che ci siano delle situazioni non completamente chiarite e le elenca con dovizia di particolari. Si contesta il fatto che il perito non abbia visionato le riprese televisive subacquee effettuate in due tempi, 1'11 e il 19 maggio, dalla telecamera del robot Pluto, in dotazione al cacciamine Vieste, prima e dopo il fallito tentativo di recupero dello scafo effettuato dalla marineria di Giulianova.

Incertezza sull'orario: la perizia rileva che tutti i circuiti del Freccia Nera risultano disattivati, compresa la radio, e su tale circostanza non viene formulata alcuna ipotesi, ma l'avvocato fa osservare come l'ora del naufragio possa essere ricondotta alle 19/20 dell'8 maggio ed è in vigore l'ora legale, quindi è ancora giorno e lo è ancora di più a 12 miglia dalla costa (ecco spiegato il perchè delle luci spente). «Ma - sottolinea la Umile - emerge una sicura incongruenza tra le dichiarazioni dei marinai dell'Arcadia, i quali dichiarano con assoluta certezza la mancanza di altre imbarcazioni nel raggio di 5 miglia nel momento in cui la loro rete si è impigliata con quella del Freccia Nera, tanto più che si riferisce della presenza di altra imbarcazione, la Ilaria Christian, all'orario dell'incidente, a circa 2 miglia dall'Arcadia.

Gravi perplessità vengono sollevate dall'avvocato Umile sul comportamento dell'equipaggio dell'Arcadia. «Non si comprende -scrive- come mai l'equipaggio non abbia immediatamente consegnato alla Capitaneria la rete ritrovata. In alternativa i marinai avrebbero dovuto avvertire via radio le altre imbarcazioni. Per questo il comportamento è quanto meno poco responsabile; l'incidente non deve essere stato cosa da poco, ma i marinai non se ne sono curati; neanche dopo aver preso coscienza di essersi imbattuti in una rete carica di pesce, avendola immediatamente ritirata a bordo. Secondo le loro testimonianze, i marinai dell' Arcadia prenderebbero coscienza dell'accaduto solo alle 12 del giorno dopo. Essi pensano che la rete ritrovata possa appartenere al "Freccia Nera": questa circostanza induce a pensare che probabilmente essi avessero già una sia pur minima cognizione dell'accaduto».

E l'avvocato Umile, nel suo esposto, insiste sul ruolo dell'equipaggio dell'Arcadia nella vicenda e scrive a Barrasso: «Essi, venuti a sapere delle ricerche in corso, forniscono indicazioni inesatte sul punto dell'incidente (ovvero dove si sono intrecciati con le reti del Freccia Nera), tanto è vero che i soccorritori soltanto in serata ritroveranno il cadavere di Lorenzo Serafini, sebbene lo ricercassero per un raggio molto esteso. Nè vale a giustificali il fatto che non se ne sarebbero ricordati. In primo luogo perchè l'incidente li aveva costretti ad un'operazione imprevista; in secondo luogo perchè nelle deposizioni rese successivamente forniscono indicazioni piuttosto precise e coincidenti grosso modo con il punto dell'incidente». E poi la Umile conclude con un'indiscrezione: «Corre voce che a bordo dell'Arcadia vi fosse un quarto marittimo. E' necessario acclarare la circostanza: potrebbe servire a fare chiarezza sulla contraddittorietà delle altre versioni».

 

 

 

anno 1995             indietro

 

 

www.paesiteramani.it - naufragi@paesiteramani.it