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Caduti

del mare

 

 

L'affondamento

del "Freccia Nera"

di Giulianova (Te)

 

- Naufragio misterioso

- Un altro peschereccio

- Il "Freccia Nera" torna a galla

- Conferenza stampa

- Un centro per i soccorsi

- Il mare ridà il corpo di Giorgio

- L'addio a Giorgio

- Solidarietà

- La perizia

- Il contenuto della perizia

- Si riapre il caso

 

Freccia Nera: lavori di manutenzione

 

 

lunedì 28 agosto 1995

 

 

Giulianova, dopo 4 mesi ripescato il naufrago del Freccia Nera

Il mare ridà il corpo di Giorgio

Grande folla al porto per attendere il rientro dei pescatori. Riconoscimento all’obitorio del cimitero.

di FRANCESCO MARCOZZI

GIULIANOVA - Il mare ha restituito ieri sera il corpo di Giorgio Serafini, il marittimo giuliese inabissatosi con il motopesca "Freccia nera", nella notte tra l'otto e il nove maggio scorso a tredici miglia a largo del porto di Giulianova. E' stato l'equipaggio di un motoscafo di Roseto ad avvistare, verso le 18 di ieri pomeriggio, il cadavere di un uomo galleggiare a pelo d'acqua, a circa nove miglia dalla costa.

L'allarme è stato dato immediatamente e, dal porto giuliese sono usciti in mare una motovedetta della Capitaneria assieme ai carabinieri e ad un gommone dei volontari del soccorso della Croce rossa. Intanto la notizia si era sparsa a Giulianova e sul molo si è radunata tanta gente. Tra questa tutti i famigliari di Giorgio, dalla mamma Concetta alla moglie Assunta, ai fratelli Vladimiro, Anna Maria e Deborah, al cugino Straniero e allo zio Giuseppe, gemello del padre del morto, Lorenzo, morto assieme al figlio nell’affondamento del peschereccio ma il cui cadavere venne restituito dal mare il giorno dopo l'affondamento. Una volta giunta in porto la motovedetta, il corpo del marinaio è stato sistemato in una bara e trasportato all'obitorio del cimitero di Giulianova, dove l'anatomo-patologo, dottor Pino Sciarra, ha proceduto alla ricognizione cadaverica.

Il riconoscimento ufficiale è spettato ai cognati della vittima, Francesco Mosca e Sergio Braca. Il corpo era privo dell’avambraccio sinistro e si presentava completamente bianco. Addosso aveva brandelli di pantaloni di velluto a coste ed un calzino bianco. Determinanti ai fini dell'identificazione una protesi dentaria con dente d'argento ed alcuni denti incapsulati. Non è stato possibile accertare la presenza della cicatrice alla schiena per un'operazione di ernia al disco. Lo stato del cadavere, poi, confermava la presenza in acqua in un periodo oscillante tra i tre e i quattro mesi.

 

 

 

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